In Finlandia tra rifiuti radioattivi e fiducia verso l’energia nucleare

A Onkalo è attivo l’unico deposito permanente per le scorie, che rimarranno interrate per 100.000 anni
Un cask (contenitore) per le scorie nucleari - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Un cask (contenitore) per le scorie nucleari - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Una scoria nucleare è per sempre, o quasi. Ecco perché, in un momento storico in cui l’energia atomica in Italia sembra ormai in grado di superare il cordone sanitario costruitole attorno con i due referendum del 1987 e del 2011 (leggasi in quest’ottica anche il recente accordo tra Regione Lombardia e l’Agenzia internazionale per l'energia atomica), affrontare il tema dello smaltimento degli scarti radioattivi è cruciale.

Sia da un punto di vista ambientale sia sociale, data l’enorme paura, spesso immotivata, che questo argomento genera. Ecco perché per prima cosa è fondamentale capire cosa si intende quando si parla di scoria nucleare. Con essa si indica solo il rifiuto ad alta attività radioattiva, rimanenza dell’ossido di uranio arricchito utilizzato come combustibile per i reattori nucleari. E se per gli scarti a bassa attività, come filtri, contenitori contaminati o indumenti protettivi, per lo smaltimento basta un deposito di superficie, dato che la radioattività decade rapidamente, per le «scorie» il discorso si fa più complicato.

In linea teorica un uso diretto potrebbe essere quello all’interno di reattori di quarta generazione (fino al 90%), sebbene in questo ambito sia ancora lontana l’industrializzazione. Il trattamento normale prevede invece che l’uranio venga inglobato in vetro (borosilicato) per renderlo impenetrabile anche all’acqua. Viene quindi incapsulato in contenitori metallici (cask) e stoccato in un deposito di profondità, detto geologico.

Attualmente ne esiste solamente uno permanente, quello di Onkalo in Finlandia, scavato fino a 450 metri di profondità e con un reticolo di tunnel di oltre 10 chilometri. Qui le scorie riposeranno per 100.000 anni, mentre nella vicina centrale nucleare classi di studenti si succederanno nelle ormai tradizionale gite scolastiche all’impianto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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