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Da Termoli alla Campania fino al Piemonte, le nuove gigafactory italiane

Le fabbriche sono pensate per la produzione delle batterie per veicoli elettrici e daranno lavoro a migliaia di persone
Il rendering della gigafactory di Italvolt a Scarmagno (Torino) - © www.giornaledibrescia.it
Il rendering della gigafactory di Italvolt a Scarmagno (Torino) - © www.giornaledibrescia.it
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Anche l’Italia avrà la sua, anzi le sue gigafactory. Gli enormi siti produttivi pensati per la produzione di veicoli elettrici sono saliti alla ribalta grazie all’innovazione di Tesla, prima azienda a investire in questi siti, centri di produzione delle batterie al litio.

La principale gigafactory italiana, ma non l’unica in cantiere, sorgerà a Termoli, in provincia di Campobasso, per volontà di Automotive Cells Company (ACC), la joint-venture che ha per soci Stellantis, Mercedes e TotalEnergies. Partirà nel 2026 e arriverà a pieno regime nel 2030 con 2.000 occupati e 40 gigawatt/h prodotti.

Termoli, sede di uno storico stabilimento di quella che fu la Fiat, diventerà così il terzo polo europeo di produzione di batterie, con Francia e Germania, a cui si aggiungeranno altre due fabbriche negli Usa e in Canada. L'investimento complessivo europeo ammonterà a 7 miliardi di euro.

Ma in cantiere ci almeno altre due «super fabbriche» per i veicoli elettrici. Una sarà negli spazi dell’ex Whirlpool di Fib a Teverola (Caserta), che dovrebbe lavorare a pieno regime nel 2024 e produrre fino a 8 gigwatt/h di batterie agli ioni di litio destinate alle rinnovabili e all’automotive, in particolare a veicoli commerciali, autobus elettrici e trasporto pubblico in generale.

L’altro è quello a Scarmagno (Torino), nell’ex area Olivetti. Capofila del progetto è Italvolt: la roadmap fissa l’avvio dei lavori alla fine del 2022 e l’obiettivo di aprire i battenti entro il 2024, con nel mirino una produzione enorme, fino a 45 Gwh.

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