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Cer, l’occasione persa per valorizzare le aree di montagna

Pierluigi Mottinelli
I comuni e le comunità montane della nostra provincia avevano dimostrato di crederci
Pannelli solari - © www.giornaledibrescia.it
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Con la crisi mondiale del commercio estero e la guerra in Ucraina per l’attacco russo, il mondo sì è reso conto che la globalizzazione e la pace sono due assunti, che non possono essere declinati in una prosperità intangibile e sine die, senza contraddizioni.

Così come la crisi climatica e la necessaria transizione climatica ed economica per gli obiettivi sfidanti di Europa 2030, per l’affrancamento dalle fonti fossili verso le energie rinnovabili entro il 2050, ci hanno reso edotti di come sia sempre più urgente e necessario che le nostre comunità comprendano come le risorse energetiche non sono infinite e soprattutto come le emissioni vadano contenute.

Vanno analizzate con attenzione le politiche di sviluppo sostenibile che vengono definite nell’articolo 42-bis del Decreto Milleproroghe 162/2019 (convertito con la Legge n. 8/2020 del 28 febbraio 2020), che recepisce la Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE) e introduce le Comunità Energetiche Rinnovabili. Ho sempre pensato che il concetto di Prosumer (Produttore e allo stesso tempo Consumatore di energia) rappresentasse il futuro per le nostre comunità, in specie quelle più periferiche e meno popolate, senza gravare sulle reti di distribuzione di energia.

Per questo sono convinto che i primi recepimenti del legislatore italiano che erano calibrati su realtà condominiali, pressoché urbane (200 kW di potenza degli impianti, sottesi alla Cabina di Distribuzione Secondaria) dovessero essere meglio declinate su realtà periferiche e poco popolate, come le montagne, dove le Cer potevano dare risposta adeguata alle insufficienze dei vari distributori nazionale di energia elettrica. La risposta attesa è arrivata con il D.Lgs. 199/2021 dell’8 novembre 2021, entrato poi in vigore il 15 dicembre del 2021.

Gli impianti di produzione erano ammessi fino a 1Mw e la cabina sottesa era quella di distribuzione primaria. La risposta che mi attendevo dal legislatore era nella premialità per gli impianti nei territori montani, in particolare quelli idroelettrici che garantiscono molto di più delle 1250 ore di produzione degli impianti fotovoltaici. Avremmo creato le condizioni per un rilancio delle Terre Alte con un concetto solidaristico e mutualistico che ho approfondito nel corso del Master sulle Cer organizzato dall’Università Cattolica e della Fondazioni Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche.

Il legislatore si è invece fermato prima. Rischiando di non dare risposte risolutive a nessun territorio, nonostante i comuni montani e le comunità montane della nostra provincia, abbiano dimostrato di crederci.

Pierluigi mottinelli - Diplomato al Corso per Manager Cer

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