Garda

Pietro Giordani, si cercano risposte dall'autopsia e dall'auto

Restano da chiarire le circostanze della morte del 33enne che mancava da casa dal 22 dicembre
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Restano da chiarire le circostanze della morte di Pietro Giordani, ripescato senza vita poco dopo mezzogiorno nelle acque di Tignale. Il magistrato ha disposto l'autopsia sul corpo del giovane.

Il cadavere del 33enne si trovava a circa 150 metri a sud del Porto di Tignale, a 51 metri di profondità. Sul posto sono arrivati i familiari che hanno proceduto al riconoscimento della salma una volta portata a riva dai vigili del fuoco di Trento.
A tre metri lontano dal corpo è stata individuata la Panda rossa 4x4 con il quale si era allontanato da casa il 22 dicembre scorso. Dopo 18 giorni le ricerche terminano nella maniera più tragica. 

 

 

I vigili del fuoco, il soccorso alpino, i volontari del Garda e carabinieri si erano mobilitati fin da subito con ampie ricerche in tutto l'alto Garda, ma senza successo. Poi dopo 11 giorni il ritrovamento del paraurti anteriore sulla spiaggia di Tignale. Le ricerche si sono quindi estese prima nelle acque sia davanti a Tignale che a Campione e poi nell'entroterra e in particolare lungo il fiume Piovere, ma senza risultati.

Poi la svolta nelle ultime ore, quando un residente che vive sulla gardesana che porta a Tignale ha notato qualcosa di strano in corrispondenza di una leggera curva dopo la galleria di roccia ai margini della strada. Di qui la telefonata, il racconto e il via alle ricerche. I Vigili del fuoco giunti sul posto hanno trovato lungo il pendio elementi di plastica di colore rosso. In corrispondenza del canalone è stata trovata la Panda e poi il corpo di Pietro Giordani. 

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