Pavarini ritratta in aula: «Non ho ucciso io Francesca Fantoni»
«Non l’ho uccisa io». Così Andrea Pavarini, accusato dell’omicidio della 39enne Francesca Fantoni, si rimangia la confessione che aveva fatto durante l’udienza preliminare. Colpo di scena questa mattina davanti alla Corte d’Assise di Brescia, nel corso della nuova udienza di un processo che si preannunciava singolare, proprio perché era iniziato lo scorso febbraio con l'imputato che aveva già ammesso la propria responsabilità. Lo aveva fatto a due giorni dal ritrovamento del corpo di Francesca: la giovane, affetta da ritardo cognitivo, nel gennaio del 2020 fu massacrata di botte, stuprata e ammazzata e la sua salma abbandonata in un parco di Bedizzole.
L’uomo di 32 anni, meno di due mesi fa, aveva confermato dichiarando spontaneamente in udienza: «Sono stato io a commettere il reato e mi dispiace per quello che è successo. Tutti fanno cazzate, i giargianesi vengono in Italia e ne fanno tante. Io ho fatto questa che è la prima e l’ultima». A fronte della ritrattazione di Pavarini il consulente tecnico dell’accusa Sergio Monchieri non cambia idea. L’uomo, secondo lo psichiatra, era capace di intendere e volere nei minuti in cui ha violentato e ucciso la giovane.La difesa invece, attraverso lo studio delle neuroscienze, vuole dimostrare che «qualche problema però nella mente dell’imputato c’è e c’era al momento del fatto».
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