Garda

Omicidio Fantoni: «Pavarini era capace di intendere e di volere»

A sostenerlo è lo lo psichiatra forense Marco Lagazzi al termine della consulenza disposta dalla Corte d’Assise d’appello
Francesca Fantoni - Foto © www.giornaledibrescia.it
Francesca Fantoni - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Sessantaquattro pagine per stabilire che Andrea Pavarini «nel momento in cui ha commesso il fatto per cui è processo, non era, per infermità, in uno stato da scemare grandemente la capacità di intendere e di volere». 

Lo scrive lo psichiatra forense Marco Lagazzi al termine della consulenza disposta dalla Corte d’Assise d’appello nei confronti dell’omicida di Francesca Fantoni, 39enne che era affetta da un ritardo cognitivo, che fu violentata, uccisa a calci pugni e poi abbandonata dietro ad un cespuglio nel parco pubblico di Bedizzole, dove, il 27 gennaio 2020, venne ritrovata. Pavarini in primo grado era stato condannato all’ergastolo e oggi è prevista la sentenza d’appello dopo che il procuratore generale ha chiesto la conferma del fine pena mai.

«Non si tratta di uno psicotico né di un paziente affetto da qualsivoglia patologia di rilievo psichiatrico maggiore, ma unicamente di un soggetto con ritardo mentale, che ha le fluttuazioni di umore e le modalità di analisi di realtà e di reazione coerenti con la sua condizione» scrive il perito della Corte. Che boccia poi lo studio dei consulenti della difesa che attraverso le neuroscienze avevano stabilito che Pavarini fosse incapace di volere, quindi seminfermo di mente, chiedendo e ottenendo poi una nuova perizia.

«Non esistono - scrive lo psichiatra forense Marco Lagazzi - correlazioni automatiche e certe tra condizioni encefaliche, anche ben più grossolane di quelle che connotano l’attuale periziando, e messa in atto di scelte e comportamenti, ed ancor meno ne esistono tra dato anatomico e grande limitazione o esclusione della capacità».

Durante gli incontri in carcere con gli psichiatri Pavarini è tornato sulla sera dell’omicidio: Invitato a descrivere perché sia in carcere, sostiene che aveva mal di testa ed ha «visto nero», precisando che dopo gli aveva fatto male la testa. Riferisce di essere in carcere da un anno e mezzo e che «con quella ragazza non ha capito più niente», aggiungendo «ho sbagliato, è andata così».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia