Garda

Incidente nautico, l'appello: «Chi sa della seconda barca parli»

Così il papà di Umberto Garzarella. I genitori di Greta duri con i tedeschi: «Grande delusione: è tutta una farsa»
L'appello di Enzo Garzarella, papà di Umberto
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Un’altra barca. Nell’udienza di oggi del processo per la morte di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, i due ragazzi uccisi nell’incidente nautico del 19 giugno 2021, i due imputati hanno più volte fatto riferimento a un secondo motoscafo, che sarebbe passato nella loro scia subito dopo l’impatto.

Ed è proprio al proprietario di quel motoscafo, o a chi l’avesse visto, che Enzo Garzarella rivolge un appello: «Questa persona conosce di sicuro il punto preciso a Portese dove c’è stato lo schianto e le condizioni di quella sera: orario, luminosità con la luna piena, lago piatto. Vorrei che scrivesse al Giornale di Brescia, se non vuole presentarsi in tribunale, per raccontare tutto quello che sa». Molto provato dall’udienza, a cui è riuscito a assistere solo per brevi intervalli a causa del forte impatto emotivo, il papà di Umberto aggiunge: «Questa persona se sa non può vivere con questo peso sulla coscienza. Almeno scriva al giornale quello che ha visto».

Il secondo motoscafo

Sia Christian Teismann che Patrick Kassen hanno raccontato in aula che dopo lo schianto - che non hanno subito riconosciuto come incidente - un altro motoscafo Riva Aquarama ha percorso la loro stessa rotta. Proveniendo dallo stesso punto e viaggiando nella stessa direzione, cioè verso il rimessaggio Arcangeli di Salò, dove poi anche i due tedeschi hanno ormeggiato il motoscafo di Teismann danneggiato, la seconda barca ha dato un colpo di clacson in segno di saluto. Questo, secondo quanto ricostruito durante il processo, ha indotto i due tedeschi a dedurre che non ci fosse niente di anomalo e a fare ritorno in porto. Con una certa fretta, visto che in quel momento si sono accorti di aver imbarcato parecchia acqua - dopo l'impatto che loro credevano fosse con un pezzo di legno - e di essere a rischio affondamento.

La reazione dei genitori di Greta

All’uscita dal tribunale, i genitori di Greta hanno espresso scetticismo rispetto alle versioni dei due tedeschi sentite in aula. «Se è la verità? Io non credo, vedremo - commenta Raffaele Nedrotti -. Loro hanno raccontato una cosa, ma i video e i testimoni ne raccontano un’altra».

D’accordo anche Nadia, la mamma della 25enne di Toscolano, che aggiunge: «Mi sembra tutta una farsa per tirare l’acqua al loro mulino». Riguardo alle scuse di Teismann, fatte al microfono prima dell’inizio del suo esame davanti al giudice Mauroernesto Macca - la donna è lapidaria: «Cosa ce ne facciamo? Non ci servono le scuse dopo 6 mesi. Ci basterebbe fossero un po’ più sinceri. Ogni volta ne inventano una diversa: è una delusione».

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