Garda

«Impianto A2A, in caso di via libera venderemo cara la pelle»

Il Comune di Bedizzole ribadisce che «prima viene la questione ambientale, poi eventuali compensazioni»
L’elaborazione grafica dell’impianto per la produzione di compost e biometano di A2A - © www.giornaledibrescia.it
L’elaborazione grafica dell’impianto per la produzione di compost e biometano di A2A - © www.giornaledibrescia.it
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Settembre potrebbe essere il mese decisivo: il procedimento autorizzativo dell’impianto per la produzione di compost e di biometano richiesto da A2a Ambiente dovrebbe arrivare alla conferenza conclusiva. Un procedimento iniziato nel 2016, che avrebbe dovuto chiudersi nell’arco di un anno con l’approvazione (o meno) da parte della Provincia, ma che, come spesso accade, è andato per le lunghe.

Ora il procedimento torna prepotentemente alla ribalta e non perché ci sia stato qualche scossone particolare, ma a seguito dell’incendio dello scorso 27 luglio alla discarica Green Up. L’impianto di A2a è stato, diciamo, «tirato in ballo» dal Comitato Cittadini, in particolare inteso dal sodalizio come un ulteriore aggravio delle conseguenze ambientali per la zona. Ma l’Amministrazione comunale di Bedizzole è netta: «Non si confondano Green Up e il nuovo impianto richiesto da A2a Ambiente: la prima è una discarica, il secondo un impianto di lavorazione dei rifiuti. E attenzione - sottolinea il vicesindaco, Flavio Piardi -, perché il fattore di pressione evocato dal Comitato (fattore difeso anche dal Comune di Bedizzole) riguarda esclusivamente le discariche e non gli impianti per la lavorazione dei rifiuti».

E sempre in tema «nuovo impianto», Piardi specifica: «Che non passi l’idea che l’Amministrazione comunale venda la salute dei cittadini in cambio di soldi: prima si pensa alla questione ambientale, poi si parla di compensazioni. E quando sarà il momento, se faranno l’impianto, venderemo cara la pelle». Anche perché l’Amministrazione comunale di Bedizzole ha affrontato l’intero procedimento dell’impianto di A2a affidandosi a esperti: «Abbiamo chiesto e ottenuto un monitoraggio della qualità dell’aria ante operam progettato e valutato dallo studio Terra, uno dei più accreditati in materia di valutazioni di impatto ambientale a livello nazionale: gli esiti sono a disposizione dei cittadini che ne facciano richiesta, così come lo sono anche i monitoraggi ambientali annuali che prima Faeco, ora Green Up, sono obbligati a svolgere e depositare. I risultati, comunque, sono in linea con quelli della pianura padana».

Ma A2a a parte, Green Up: nel polverone che è seguito all’incendio, l’amministrazione non può esimersi dal mettere i puntini sulle i perché, spiega il sindaco Giovanni Cottini, «sono sconcertato dagli attacchi ricevuti, privi di fondamento, che creano allarmismo e sfiducia, e non risolvono i problemi». L’elenco di precisazioni è lungo: dalle richieste effettuate da maggio 2017 dal Comune per l’ammodernamento dell’impianto di videosorveglianza ai cinquecento mila euro ricevuti quale Art Bonus, «e non a titolo di compensazione», dall’azienda. Cottini chiede «collaborazione. I sindaci non sono nemici dei cittadini, fanno quanto è di loro competenza».

 

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