Garda

Festa proibita in hotel, il gestore: «Chiedo umilmente scusa»

Favalli ha scritto sui social: «Mi rendo conto di aver offeso chi soffre per il Covid. Spero che questo non vanifichi i sacrifici di una vita»
L'imprenditore Ivan Favalli, titolare dell'hotel di Padenghe in cui si è svolta la festa - Foto tratta da Facebook
L'imprenditore Ivan Favalli, titolare dell'hotel di Padenghe in cui si è svolta la festa - Foto tratta da Facebook
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«Mi preme dichiarare le mie scuse per non essere stato in grado di gestire la situazione e il comportamento degli avventori, state sereni, non capiterà ovviamente più». Così si è espresso ieri sera sul suo profilo Facebook Ivan Favalli, titolare dell’hotel di lusso di Padenghe sul Garda al centro delle polemiche delle ultime ore, dopo che una festa proibita organizzata il 31 dicembre è finita sui social per mano degli stessi ospiti.

I 126 clienti, tutti multati dalla Polizia locale della Valtenesi con una sanzione da 400 euro per non aver rispettato le regole anticovid, sono stati immortalati mentre festeggiavano il San Silvestro. Balli e canti senza mascherina, stappando bottiglie e senza mantenere le distanze, mentre gran parte degli italiani rispettava la zona rossa stando in casa. Nonostante ci fosse un cartello sui tavoli del pranzo che invitava a non postare nulla online, sono bastate alcune storie su Instagram per attirare l’attenzione di molti, fino a raggiungere la giornalista Selvaggia Lucarelli, che ieri mattina ha dato risonanza nazionale al caso, scatenando un effluvio di commenti.

«Per me è stata una questione di sopravvivenza - continua Favalli, che oltre all’albergo gestisce anche alcuni ristoranti sempre sul Garda -. In un anno abbiamo perso 6 mesi di lavoro». Ci tiene a precisare che la festa, seppur fuori controllo, si è svolta nei limiti della legge in quanto a orari: «Il pranzo in hotel era concesso e la cena non è stata servita se non in camera». 
Infine: «Con grande rammarico mi rendo conto di aver offeso tutte le persone che in qualche modo hanno sofferto per il Covid. Sono 30 anni che gestisco locali con serietà e spero che questo fatto non vanifichi i sacrifici di una vita».

 

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