Garda

Desenzano, si cercano le bombe sul fondo del Garda: passeggiata e navigazione sono vietate

La bonifica verrà svolta davanti alla spiaggetta Feltrinelli a partire da oggi fino al termine dei lavori
Artificieri dell'Esercito maneggiano con cura un ordigno bellico inesploso - © www.giornaledibrescia.it
Artificieri dell'Esercito maneggiano con cura un ordigno bellico inesploso - © www.giornaledibrescia.it
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Oggi si comincia a cercare bombe sul fondo del lago davanti alla spiaggia Feltrinelli: un’attività di «bonifica sistematica subacquea» propedeutica ai lavori che inizieranno in autunno per il secondo lotto della riqualificazione del lungolago e prevista dalla legge. Per cui da oggi e fino al termine delle operazioni, navigazione sospesa, divieto di balneazione e pure di transito pedonale sulla passeggiata in quel tratto.

Può essere che l’attività della Cbs, l’azienda specializzata cui l’Autorità di bacino ha affidato l’incarico, dia esito negativo: è già successo per i lavori del lungolago tra la Maratona e la Spiaggia d’oro. Ma può anche essere il contrario: come dimenticare «l’ovetto», l’ordigno rinvenuto il 10 settembre 2022, dopo lo show delle Frecce tricolori, in piazza Cappelletti? Siamo a poche decine di metri di distanza.

Desenzano, l’area interessata dalla bonifica - © www.giornaledibrescia.it
Desenzano, l’area interessata dalla bonifica - © www.giornaledibrescia.it

Non è un mistero, poi, che il lago a Desenzano custodisca ancora centinaia di ordigni, si crede «scaricati» alla fine della guerra. Chi ha buona memoria se lo ricorda: nel 2005 si contarono oltre 200 ordigni sul fondale a una distanza non così grande da dove Cbs da oggi inizierà a sondare.

Le bombe in provincia

Un film già visto sul lago d’Iseo: lì le bombe vennero trovate dai sub dei Carabinieri, impegnati in altre indagini, alla fine del 2019. Le operazioni di bonifica durarono settimane. È un terreno fertile il Garda per gli artificieri dell’Esercito, chiamati a intervenire ogni volta che un manufatto bellico viene rinvenuto per metterlo in sicurezza e distruggerlo: non di rado il Benaco restituisce questo genere di «regali» e, complice l’abbassamento del livello delle acque, potrebbe farlo anche più spesso.

Sul Mantovano, per esempio, lo scorso agosto il Po in secca ha restituito una bomba d’aereo della Seconda Guerra mondiale da 1.000 libbre che aveva conservato intatto il proprio potere esplosivo. Negli ultimi dieci anni nella nostra provincia gli artificieri (competenti per la Lombardia sono gli specialisti del decimo Reggimento Genio Guastatori di Cremona) sono intervenuti oltre 200 volte, con una media di venti interventi l’anno. I più si registrano in Valcamonica, complice il disgelo abbinato all’occhio attento degli escursionisti.

Sul Garda, invece, arrivano un paio di volte l’anno. Tra gli interventi «memorabili» si ricordano i due del 2019, a Manerba e sull’Isola del Garda, come pure la granata rinvenuta tra le vigne di Sirmione nel 2017. A Limone, invece, nel giugno del 2015 vennero rinvenuti ben 13 ordigni, ad agosto una bomba da mortaio a San Felice. Fu complesso l’intervento della Vigilia di Natale 2014 a Salò: una bomba a mano notata in acqua, nei pressi delle Tavine, per cui dovettero arrivare anche i sommozzatori della Marina.

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