Garda

Depuratore del Garda: «Cinque ipotesi, ma bisogna far presto»

Tante sono le possibili collocazioni dell’impianto, ora si deve scegliere la migliore
Tempi stretti. Lombardia e Veneto accelerano sul depuratore del Garda
Tempi stretti. Lombardia e Veneto accelerano sul depuratore del Garda
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Cinque ipotesi sulla localizzazione del nuovo depuratore per la sponda bresciana del Garda. Tante sono le proposte tecniche avanzate dallo studio condotto dall’equipe del prof. Giorgio Bertanza dell’Università di Brescia per conto di Acque Bresciane, ora consegnato all’Ato per un confronto con il territorio e gli enti interessati. Che ancora non c’è stato. Ecco perché, sulle cinque ipotesi, viene mantenuto il riserbo.

Durante l’incontro svoltosi a Gardone Riviera, in Comunità del Garda, presenti la presidente Mariastella Gelmini e il presidente di Ats Garda Ambiente Giovanni Peretti, qualcosa è comunque trapelato. Due delle cinque soluzioni proposte sono vecchie ipotesi mai del tutto tramontate: la scelta di Visano, nella Bassa bresciana, e quella del potenziamento dell’impianto di Peschiera. Sulle altre tre, silenzio assoluto. Quel che è certo, è che sono località poste lungo il Chiese.

Mariastella Gelmini e Giovanni Peretti, presidente dell’Ats del Garda
Mariastella Gelmini e Giovanni Peretti, presidente dell’Ats del Garda

«I tecnici - dice Gelmini - hanno messo un punto fermo: il corpo recettore delle acque depurate non può essere il lago». Concetto ribadito da Mario Bocchio, presidente di Garda Uno e consigliere di Acque Bresciane: «Ci sono elementi inquinanti, come il fosforo, che non possono essere depurati e non possono finire in un lago che è oggi la più importante risorsa d’acqua potabile del nord Italia, tenuto conto anche del lentissimo ricambio delle sue acque, ma devono essere necessariamente smaltiti in un fiume». Questa, peraltro, è una bocciatura, dal punto di vista scientifico, dell’ipotesi dei microdepuratori comunali sostenuta dal Movimento 5 Stelle. Certo che ora si attende una decisione. Il tempo stringe. «Non abbiamo più tempo - dice Peretti -, se la sublacuale dovesse rompersi per il Garda non sarebbe una tragedia, ma la fine». Forse se ne potrà sapere di più dopo l’incontro fissato per il 9 ottobre a Roma tra il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, le Regioni Lombardia e Veneto, Ato Brescia, Ato Verona e Ats Garda Ambiente, che rappresenta 35 Comuni gardesani.

«I 100 milioni promessi dal Governo sono garantiti da un apposito decreto - dice Gelmini -, ora serve la condivisione sul progetto. Trovarla, quando si parla di opere così importanti, non è mai semplice, ma mi auguro che si possano accantonare i campanilismi». Conclude Peretti: «È un percorso delicato, che ha bisogno dei suoi tempi, sia tecnici che politici. Mi auguro che dopo l’incontro al ministero si possa iniziare a parlare di progetti esecutivi».

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