Garda

«Depuratore del Garda, serve fare in fretta»

Vertice tra assessori di Lombardia e Veneto: il 27 incontro Maroni-Galletti
Tempi stretti. Lombardia e Veneto accelerano sul depuratore del Garda
Tempi stretti. Lombardia e Veneto accelerano sul depuratore del Garda
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Depurazione del Garda, serve fare in fretta, sia per il gestore unico, sia per la scelta della collocazione del depuratore. È quanto emerso venerdì al termine di un incontro tra gli assessori regionali all’Ambiente e al Turismo, Claudia Terzi e Mauro Parolini, e i colleghi veneti per «fare il punto sulla situazione - spiega Parolini in una nota- e affrontare le questioni riguardanti i finanziamenti delle opere e la definizione del contenuto progettuale».

Al centro della riunione tecnico-politica, dunque, la qualità delle acque del Garda, la realizzazione del nuovo depuratore e i fondi per realizzarlo: «Il 27 ottobre il presidente Maroni e il ministro Galletti si incontreranno per definire l’assegnazione dei fondi per la depurazione e la collettazione. Entro la fine del mese - annuncia Parolini - dovrebbe essere steso un accordo che sancirà l’assunzione formale dell’impegno economico del Governo». Parliamo di cento milioni di euro: poi ne mancheranno altri 120, che «dovranno essere messi a disposizione dagli Aato. Le Regioni interverranno con garanzie sul debito e coinvolgeranno la Banca Europea degli Investimenti».

Ora vanno sciolti i nodi: «Le decisioni strategiche più importanti vanno assunte presto - conclude Parolini -. Dalla collocazione del depuratore al sistema di adeguamento della rete di collettamento e alla separazione di acque bianche e nere. Va risolto il tema del gestore unico, la cui costituzione renderebbe più facile ricevere finanziamenti ministeriali». Polemiche. Sul gestore unico Garda Uno sta riflettendo: per scegliere se conferire in Acque Bresciane il ramo d’azienda che riguarda il servizio idrico ha tempo fino a dicembre. Ma è una prospettiva che a qualcuno fa storcere il naso: per il sindaco di Polpenazze, Andrea Dal Prete, «Garda Uno perderebbe del tutto la possibilità di decidere di se stessa, vedrebbe ridursi di oltre la metà la capacità di investimento: i Comuni del Garda non possono cedere al ricatto dei cento milioni concessi solo previo ingresso nel gestore unico perché se il nostro territorio ha bisogno di quei soldi, ne ha bisogno a prescindere dall’ingresso in Acque Bresciane».

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