Anguille del Garda: prorogati i divieti fino al 2018

Ancora anguille vietate sul Garda: è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’ordinanza del ministro della salute, Beatrice Lorenzin, che conferma il divieto di consumo e di commercio delle anguille del Garda.

Ancora una volta viene dunque rinnovato, e prorogato di un altro anno, il divieto introdotto il 22 giugno 2011 concernente «Misure urgenti di gestione del rischio per la salute umana connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago di Garda», che prevede per gli operatori del settore alimentare il divieto di immettere sul mercato o di commercializzare al dettaglio le anguille provenienti dal Benaco destinate alla alimentazione umana.

Vi si legge che il provvedimento si è reso necessario alla luce «dell’esito della strategia di monitoraggio della contaminazione da PCDD/F e PCB delle anguille del lago di Garda» condotto dall’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise. Il documento propone di «mantenere in vigore le misure di gestione del rischio, sulla base degli esiti del monitoraggio, ed evidenzia che la situazione di contaminazione non presenterà apprezzabili modifiche prima di almeno cinque anni da detto monitoraggio, in considerazione dei lunghi tempi di persistenza degli inquinanti nei sedimenti lacustri e nel muscolo delle anguille». Di qui la proroga del blocco fino al 2018, ma con certezza quasi assoluta di arrivare, di anno in anno, fino alle nuove analisi nel 2021. Contaminati sono i fondali, dove le anguille vivono, non le acque. Secondo gli ambientalisti la causa va ricercata con ogni probabilità nella gestione delle centrali idroelettriche a monte, perché dotate di grandi trasformatori che tra gli anni ’30 e gli anni ’80 del funzionavano con oli Pcb, che una volta esausti venivano scaricati nell’ambiente.