Garda

A Padenghe c'è uno dei 32 punti d'acqua dolce peggiori d’Italia

Sono i «malati cronici» rovinati dagli scarichi illegali e dalla cattiva depurazione: i dati di Goletta dei Laghi e Goletta Verde di Legambiente
  • La Goletta dei Laghi in azione sul lago di Garda
    La Goletta dei Laghi in azione sul lago di Garda
  • La Goletta dei Laghi in azione sul lago di Garda
    La Goletta dei Laghi in azione sul lago di Garda
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    La Goletta dei Laghi in azione sul lago di Garda
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La foce del torrente nei pressi del porto di Padenghe è uno dei 32 «malati cronici» d’Italia. Li chiama così Legambiente quei punti d’acqua dolce rovinati da una cattiva depurazione e dagli scarichi illegali. Sono questi i nemici principali di mari, laghi e fiumi secondo il bilancio finale di Goletta Verde e Goletta dei laghi, le due campagne itineranti di Legambiente che hanno fatto tappa anche sul lago di Garda e sul lago di Iseo. Chissà che presto anche il lago d'Idro trovi giusta collocazione nella classifica stilata da Legambiente che fino a oggi non lo vede tra gli specchi d'acqua presi in analisi. 

Un punto su tre è fuori dai limiti di legge

Su un totale di 389 punti campionati in 18 regioni, in mare e in 34 laghi italiani, un punto ogni tre è risultato oltre i limiti di legge. Le criticità maggiori sono state riscontrate a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali, inquinati dagli scarichi fognari non depurati dai comuni dell’entroterra. Il monitoraggio ha preso in considerazione i punti individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta (200 segnalazioni raccolte). I parametri indagati sono microbiologici: presenza di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli. 

La situazione dei mari

Su 263 campioni prelevati lungo le coste marine, 22 punti sono stati giudicati inquinati, mentre ben 70 punti sono risultati fortemente inquinati: complessivamente oltre i limiti di legge il 35% del totale, un punto inquinato ogni 81 km di costa. Il 50% dei punti monitorati dalla campagna (131 punti su 263) ha riguardato le foci di fiumi e canali. Delle 131 foci campionate, il 58% (76 su 131) è risultato oltre i limiti di legge. 

La situazione dei laghi

Per quanto riguarda Goletta dei laghi, quest’anno la campagna di Legambiente ha ampliato il numero di bacini lacustri esaminati, passando dai 28 del 2020 ai 34 di questa edizione, sempre in 11 regioni italiane. Sono stati effettuati 126 prelievi in altrettanti punti di campionamento e giudicati oltre i limiti di legge il 33% dei prelievi (15 inquinati e 27 fortemente inquinati). In totale sono 61 i campioni prelevati in foce, 65 quelli prelevati a lago. Dei campioni giudicati oltre i limiti, il 64% è stato prelevato in foce a canali, fiumi o torrenti. 

I malati cronici, tra cui il porto di Padenghe

Sono 32 i punti che secondo i prelievi di Goletta Verde e Goletta dei Laghi degli ultimi 12 anni, risultano inquinati o fortemente inquinati da oltre 10 anni, e riguardano ben 13 regioni. Sono quelli che l’associazione ambientalista definisce «malati cronici». In Lombardia tra i punti cronici monitorati in questi da Goletta dei Laghi ci sono: la foce Rio Bolletta a Porto Ceresio (VA) sul Lago Ceresio, la foce del torrente Caldone a Lecco e quella del torrente Cosia a Como sul Lago di Como, la foce del torrente nei pressi del porto di Padenghe sul Garda (BS) sul Lago di Garda, la foce del torrente Boesio a Laveno Mombello (VA) e la foce torrente Bardello a Brebbia (VA) sul Lago Maggiore. Sempre sul Lago Maggiore, ma sulla sponda piemontese, tra i malati cronici c'è la foce del torrente Vevera, ad Arona (NO). Sul lago di Bolsena invece, nel Lazio, troviamo la foce del torrente nei pressi del parco giochi a Montefiascone (VT).

Il problema della rete fognaria

L’associazione ambientalista ribadisce «l’urgenza di destinare più investimenti per efficientare la depurazione e completare la rete fognaria, a partire dall’utilizzo delle risorse europee del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ancora oggi il 40% dei reflui fognari delle nostre città non è adeguatamente depurato. L’Unione Europea ha più volte ammonito l’Italia, avviando ben quattro procedure d'infrazione per il mancato adeguamento alla direttiva europea sui reflui. Fino ad ora le multe sono costate al nostro paese oltre 77 milioni di euro. L’80% del carico complessivo degli agglomerati in stato di infrazione proviene da 5 regioni: dalla Sicilia in primis (il 23%) ma anche da Lombardia (il 19%), Campania (il 17%), Calabria (l'11%) e Lazio (10%).

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