Economia

Welfare, sette Pmi bresciane su 10 hanno erogato premi nel 2022

Secondo un'indagine di Confindustria Brescia i lavoratori hanno ottenuto in media 932 euro di bonus
Quasi mille euro per ogni lavoratore
Quasi mille euro per ogni lavoratore
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Welfare aziendale non più solo per le grandi aziende. Nel 2022, il 69% delle piccole e medie imprese bresciane ha erogato premi utilizzando l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale e contributiva fino a 3.000 euro eccezionalmente prevista dal Governo. Sostanzialmente, 7 su 10.

Secondo un’indagine del Centro Studi di Confindustria Brescia (su un campione di 229 imprese associate, quasi 24mila addetti) ai lavoratori bresciani sono stati erogati in media 932 euro di bonus straordinario; mentre l’importo pro-capite ordinario relativo alle iniziative di welfare si è attestato a 750 euro.

Numeri importanti. Che in parte hanno contribuito a contrastare l’effetto dell’inflazione (e dell’aumento delle bollette di luce e gas) che a Brescia e provincia si è attestata, all’8,1% sul 2021. «L’indagine ha confermato, una volta di più, l’attenzione delle imprese bresciane ai propri collaboratori, a maggior ragione in un momento di forte difficoltà legato all’inflazione - commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare -. Continuiamo a lavorare in questa direzione, consapevoli che il mondo del lavoro sta affrontando un cambio di paradigma, in cui le aziende dovranno essere sempre più attrattive, non solo a livello di salari, ma anche di benessere complessivo e di equilibrio vita-lavoro.

In questo senso, la costruzione di un sistema di welfare più articolato potrà aiutarci e contribuire ad arginare le problematiche del divario tra domanda e offerta, che caratterizzano il territorio bresciano. In futuro è fondamentale che il Governo continui a sostenere le aziende nelle azioni di welfare attuabili, senza incorrere in errori strategici come quello di eliminare l’esenzione contributiva dal bonus benzina. La decontribuzione diventa strategica nell’efficacia degli strumenti di welfare, imprescindibili per combattere l’inflazione, a maggior ragione dopo la pandemia, e aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori».

L’indagine

L’importo pro-capite effettivamente erogato per i lavoratori beneficiari, scaturito dalla norma, è stato pari a 932 euro: le imprese micro si sono mostrate come le più generose (1.135 euro), dato che va ricondotto al fatto che tali realtà si caratterizzano verosimilmente per un sistema di welfare meno radicato e articolato rispetto alle imprese più grandi, e quindi sarebbero state più incentivate a usufruire del beneficio ad hoc messo a disposizione dal legislatore.

Gli strumenti offerti ai lavoratori hanno riguardato principalmente i buoni spesa (concessi dall’85% delle imprese che hanno usufruito della misura agevolativa), seguiti dai buoni benzina (66%) e dal rimborso delle utenze domestiche (32%). Nel 76% dei casi rilevati i contributi delle aziende sono stati erogati a tutto il personale dipendente. Il rimanente 24% ha invece adottato decisioni mirate, destinando l’agevolazione a singole persone (15%) o a categorie di dipendenti (9%).

L’indagine ha inoltre evidenziato come le erogazioni concesse nel 2022 siano state adottate, nella quasi totalità dei casi, unilateralmente (91%).

Il 52% delle imprese ha dichiarato di avere implementato strumenti di welfare, al di là di quanto previsto dal Ccnl e dalla norma agevolativa di cui sopra. Tale quota tende ad aumentare al crescere della classe dimensionale, in coerenza con una maggiore disponibilità da parte delle realtà più strutturate. Il 46% delle aziende ha erogato buoni carburante del valore di 200 euro pro-capite, andando quindi a sfruttare le norme contenute nel cosiddetto Decreto Ucraina. Tra le realtà oltre i 250 addetti, la quota di imprese aderenti sale addirittura al 75%. L’auspicio è quello di un innalzamento della soglia di esenzione da imposte e contributi oggi pari a 258,23 euro, limite rimasto invariato dal lontano 1998.

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