Turboden, centrale geotermica per il giacimento di litio in Germania

Angela Dessì
L’impianto produrrà 275 GWh ogni anno e 24mila tonnellate di idrossido di litio, sufficienti per circa 500mila veicoli elettrici
Da sinistra il manager di Turboden Paolo Bertuzzi con Jürgen Sautter, Martin Brüstle e Carsten Bachg
Da sinistra il manager di Turboden Paolo Bertuzzi con Jürgen Sautter, Martin Brüstle e Carsten Bachg
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Turboden non ferma la sua corsa nel mondo delle rinnovabili e questa volta punta al litio con la costruzione di una centrale geotermica da 32 MWe per Vulcan Energy a Landau, in Germania. La società bresciana del gruppo Mitsubishi Heavy Industries, leader mondiale nella tecnologia Organic Rankine Cycle (ORC), ha infatti annunciato di aver siglato, in collaborazione con ROM Technik, un importante contratto di ingegneria, approvvigionamento e costruzione (EPC) con Vulcan Energy.

Il progetto rappresenta una pietra miliare della Fase Uno del «Progetto Lionheart» di Vulcan, una delle iniziative strategiche europee nel campo delle materie prime e delle energie rinnovabili. L’impianto geotermico svolgerà infatti un ruolo centrale nella decarbonizzazione della produzione di litio per batterie, fornendo elettricità rinnovabile direttamente dalla risorsa geotermica: il processo integrato di estrazione geotermica-litio posiziona Vulcan come pioniere nella creazione di una filiera a zero emissioni di carbonio per le batterie dei veicoli elettrici in Europa.

La tecnologia

L’impianto produrrà annualmente 275 GWh di energia e 24mila tonnellate di idrossido di litio, sufficienti per circa 500mila veicoli elettrici.

«Abbiamo creduto in Vulcan e nella loro tecnologia fin dall’inizio», commenta il ceo di Turboden Paolo Bertuzzi. «Stiamo lavorando da anni con loro per integrare la nostra tecnologia ORC nel loro innovativo processo di estrazione del litio – continua -: il nostro sistema ORC genererà energia pulita raffreddando l’acqua geotermica fino alla temperatura ottimale per l’estrazione del litio disciolto naturalmente in essa da millenni».

L’energia elettrica rinnovabile sarà prodotta dunque utilizzando la tecnologia ORC di Turboden, e in particolare convertendo il calore geotermico proveniente dallo stesso giacimento salino usato per l’estrazione del litio. Un sistema integrato e a circuito chiuso, spiegano i tecnici, che garantisce un’energia a zero emissioni come co-prodotto dell’estrazione stessa.

«La centrale geotermica è una componente chiave della nostra prima fase operativa», spiega l’ad e ceo di Vulcan Energy, Cris Moreno, per il quale l’affidamento dei servizi a Turboden e ROM Technik, leader nei rispettivi settori, garantirà la costruzione della centrale. E aggiunge: «Questo rappresenta un altro traguardo nel nostro obiettivo di fornire una fonte locale e a basso costo di litio sostenibile per la filiera europea delle batterie, con un co-prodotto derivante dalla produzione di energia rinnovabile».

La più grande riserva

Il progetto Lionheart - situato nel giacimento salino dell’Alta Valle del Reno, al confine tra Germania e Francia, sede della più grande riserva di litio d’Europa - ha già ricevuto il supporto dell’UE e l’approvazione dell’acquisizione del terreno dal Consiglio della Città di Landau, passaggi chiave verso la costruzione su larga scala.

Sarà consegnato come soluzione EPC chiavi in mano, con Turboden (che fornirà il sistema ORC completo, ottimizzato per l’integrazione geotermica-litio) e ROM Technik (che coordinerà la costruzione e la gestione dei subappaltatori) congiuntamente responsabili della progettazione, dello sviluppo, dell’approvvigionamento e della costruzione, dimostrando cosa è possibile realizzare quando i leader di settore si uniscono per creare soluzioni scalabili per una produzione industriale a impatto climatico zero.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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