Redditi, oltre i 75mila euro solo il 2,5% dei bresciani

Il reddito medio dichiarato dai contribuenti bresciani nel 2020 ammonta a 21.703 euro e subisce gli effetti collaterali all’emergenza sanitaria scoppiata due anni fa. Statisticamente, nei suoi primi dieci mesi, la pandemia ha «tolto» a ciascuno degli oltre 863mila contribuenti della nostra provincia 357 euro (-1,6% rispetto alle dichiarazioni 2019), per un valore complessivo di quasi mezzo miliardo.
Un trend in linea con quello nazionale dove il reddito medio dichiarato sempre nel 2020 risulta pari a 21.510 euro, con un calo dell’1,1% rispetto ai dodici mesi precedenti. Inoltre, se dagli ultimi dati diffusi dal Ministero delle Finanze emerge che nel Belpaese 4 contribuenti su 100 hanno presentato un reddito (imponibile d’imposta) superiore a 70mila euro, a Brescia la situazione appare addirittura peggiore dove solo il 2,59% dei nostri concittadini (meno di tre su cento) risulta titolare di un reddito superiore ai 75mila euro lordi.
La fotografia
In termini assoluti la nostra provincia conta 22.335 contribuenti (su un totale di 863.577) con un reddito oltre i 75mila euro e in media pari a 135.295 euro. Sono ventidue, comunque, i Comuni bresciani che non vantano compaesani «abbienti». Al contrario, il municipio che presenta il maggior numero di «paperoni» (sigh!) è Brescia con 6.356 cittadini oltre quota 75mila euro.
Seguono Desenzano (988), Gussago (478), Concesio (428) e Salò (348). Le sorprese, però, arrivano se si ordina la classifica secondo il reddito medio dichiarato dagli stessi contribuenti. Al primo posto si trova il Comune di Gardone Riviera dove 85 residenti denunciano appunto un reddito medio di 206.818 euro. Lodrino si guadagna il secondo gradino con 29 contribuenti a quota 204.385 euro e Niardo si deve accontentare della medaglia di bronzo con 29 compaesani con una ricchezza media dichiarata di 186.751 euro.La concentrazione maggiore dei bresciani più ricchi però è nella zona del Lago di Garda. L’8,67% dei contribuenti di Padenghe (282 su 3.253 con reddito imponibile) ha presentato al Fisco una dichiarazione superiore ai 75mila euro; a Soiano la percentuale scende al 6,94% (93 su 1.340). Così come a Cellatica si giunge al 5,64% (194 su 3.442), a Collebeato al 5,6% (184 su 3.285) e a Desenzano al 4,94% (988 su 19.999).
Il rapporto
Altra valutazione va fatta, infine, se si analizza l’incidenza che questa fascia «benestante» di contribuenti ha sul totale dei redditi prodotti nel loro Comune di residenza. Ad esempio scopriamo che i fatidici 282 contribuenti di Padenghe, che singolarmente hanno dichiarato un reddito medio di 168.391 euro, messi insieme hanno prodotto una ricchezza pari a 47,48 milioni di euro. Ossia comparabile al 45,8% dei redditi dichiarati nel 2020 da tutti i 3.253 contribuenti registrati all’anagrafe del municipio gardesano. Lo stesso discorso vale per Gardone Riviera dove l’incidenza del reddito aggregato degli 85 residenti più facoltosi vale più di un terzo (il 35,3%) del reddito complessivo prodotto dai 1.939 contribuenti totali. Incidenza superiore al 30% anche a Soiano del lago (33,2%) e Cellatica (30,1%).
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Incassi ridotti, aumentati i risparmi
Se nel primo anno della pandemia i redditi dei bresciani hanno subito un calo rispetto ai dodici mesi precedenti, contestualmente i depositi di famiglie e imprese, nei 724 sportelli bancari della nostra provincia hanno superato il 36 miliardi di euro. Il dato di Banca d’Italia, al 31 dicembre 2020. Un valore molto elevato che, confrontato con quello del dicembre 2019, pari a 31,86 miliardi di euro, genera un incremento di quasi 4,6 miliardi di euro, pari al +14,4% su base annua. In altri termini, nel 2020 i depositi bancari delle famiglie e delle imprese bresciane, esclusi i Pct (Pronti contro termine) registrano un incremento di quasi 5 miliardi.
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