Economia

Nuovo contratto per colf, badanti, babysitter: cosa cambia

Le collaboratrici domestiche si chiameranno assistenti familiari e saranno inquadrate in livelli diversi a seconda di competenze e mansioni
Una colf al lavoro
Una colf al lavoro
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Addio a colf, badanti e baby sitter: le collaboratrici domestiche si chiameranno d'ora in poi assistenti familiari e saranno inquadrate in livelli diversi a seconda delle loro competenze e mansioni guardando soprattutto al lavoro di cura dei bambini e delle persone non autosufficienti.

Nel contratto del lavoro domestico appena rinnovato tra i sindacati del settore e le associazioni datoriali che rappresentano le famiglie, sono state introdotte novità soprattutto per quelle famiglie che hanno bisogno di un aiuto 24 ore su 24 come quelle che devono prendersi cura di anziani non autosufficienti. L'aumento salariale si limita a 12 euro mensili a partire da gennaio in media per il livello B super portando la retribuzione minima per una persona convivente a 880 euro. Ma retribuzioni più alte sono previste se ci si prende cura di persone non autosufficienti, bambini o anziani. In particolare è prevista un'indennità nel caso si seguano bambini fino a sei anni.

Nel settore lavorano 860mila persone regolarmente assunte, per il 90% donne, ma una parte ancora più ampia, quasi 1,2 milioni di persone, lavora in nero, secondo le stime sul sommerso. «Dal 1 ottobre, per le famiglie che hanno bisogno di un'assistenza continua,- spiega il vice presidente di Assindatcolf Alessandro Lupi - sarà economicamente più conveniente assumere la badante notturna o una lavoratrice in sostituzione della titolare» per avere la copertura 24 ore su 24 e sette giorni su sette.

«Debutta inoltre - spiega - anche una nuova figura professionale, quella dell'assistente educatore formato: un aiuto in più per chi ha l'esigenza di accudire, all'interno delle mura domestiche, persone, anche bambini, in condizioni di difficoltà perché affette da disabilità psichica oppure da disturbi dell'apprendimento o relazionali».

L'intesa - spiegano i sindacati - prevede anche un sistema di indennità dal primo ottobre 2020 - da 100 euro a quasi 116 euro - erogate in aggiunta alla retribuzione minima a coloro che assistono bambini fino al sesto anno di età ed agli assistenti familiari che si prendono cura di più di una persona non autosufficiente, riconoscendo così i reali carichi di lavoro effettivamente prestati.

L'accordo - affermano - definisce l'inquadramento degli assistenti familiari in quattro livelli, a ciascuno dei quali corrispondono due parametri retributivi, in base alle conoscenze e competenze possedute in riferimento alla mansione richiesta, superando la consolidata distinzione tra colf, badanti e babysitter e puntando piuttosto l'accento sul contesto all'interno del quale viene espletata la prestazione d'opera e operando un netto distinguo tra lavoratori che coadiuvano le famiglie nel ménage quotidiano, e coloro i quali lo fanno prendendosi cura di un altro essere umano.

«Il nuovo contratto - concludono i sindacati - chiude una fase di estrema incertezza per la categoria ed il settore, attanagliato dalla forte presenza di lavoro nero e sommerso e mette le parti nelle migliori condizioni per proseguire il confronto, anche con le istituzioni, con l'obiettivo di rendere maggiormente attrattivo il lavoro regolare in un comparto che tanto ha dato nella fase emergenziale e che è chiamato a svolgere un ruolo essenziale nel nostro Paese, alla luce delle stime sull'invecchiamento demografico».  

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