Economia

Manifattura in Lombardia, buoni segnali dai primi mesi del 2025

La Redazione Web
Guidesi: «Conferma della capacità delle nostre aziende di restare competitive». Pasini (Confindustria): «Restano però molte criticità, l’Europa deve agire velocemente ed essere più incisiva»
Da sinistra Fugazza, Pasini, Guidesi e Auricchio - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra Fugazza, Pasini, Guidesi e Auricchio - © www.giornaledibrescia.it
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In un contesto internazionale difficile, caratterizzato da grandi incertezze geopolitiche, le imprese manifatturiere lombarde confermano stabilità, con livelli produttivi in miglioramento. Un dato particolarmente significativo, tra i tanti, è quello dell’occupazione che in Lombardia continua a crescere e in alcuni territori, si pensi alle province di Bergamo, Brescia e Monza, si registra addirittura una percentuale di disoccupazione stabilmente sotto il 3%.

Andando ancora più nello specifico nei numeri relativi al primo trimestre 2025 e presentati questa mattina a Palazzo Lombardia, emerge una crescita della produzione industriale rispetto al trimestre precedente (+0,4%), un incremento del fatturato (+0,1%) e un aumento dell’occupazione (+0,5%), così come sono in positivo gli ordini dall’estero (+0,4%) a fronte di una leggera flessione di quelli interni (-0,3%).

La Lombardia ha inoltre la capacità di raccogliere oltre un terzo del totale in valore delle partecipazioni estere sul suolo nazionale e sviluppa circa un quinto degli investimenti netti italiani fuori dai confini; oltre il 60% degli investitori stranieri in Italia e 92 dei 100 investitori più significativi, sono proprio in Lombardia. Numeri che fanno della Lombardia, ancora oggi, la prima regione manifatturiera in Europa. Un primato che, come afferma l'assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi «è importante rimanga tale anche nei prossimi anni».

Alla presentazione dei dati congiunturali relativi al settore manifatturiero hanno partecipato, oltre a Guido Guidesi, il presidente di Confindustria Lombardia, il bresciano Giuseppe Pasini, il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio e il presidente della Confederazione delle libere Associazioni Artigiane Italiane Stefano Fugazza.

Variazioni

I dati congiunturali dell'artigianato confermano la tenuta del comparto manifatturiero lombardo registrando variazioni minime dei livelli rispetto al trimestre precedente (-0,3% sia produzione che fatturato), per quanto riguarda gli ordini la variazione congiunturale è invece positiva sia dall’interno che dall’estero (+0,2%).

Anche il dato tendenziale conferma la stabilità dei livelli produttivi poco sotto i valori massimi raggiunti, registrando lievi variazioni negative su base annua del -0,4% per l’industria e -0,3% per l’artigianato. Fanno meglio gli ordinativi dell’industria, in particolare dall’estero (+3,0% dall’estero e +0,3% dall’interno).

Occupazione

L’occupazione torna a crescere sia per l’industria sia per l’artigiano, con il saldo positivo tra ingressi e uscite (+0,5%). Si riduce anche il ricorso alla cassa integrazione che resta maggiormente utilizzata dai settori più in difficoltà (siderurgia, tessile, abbigliamento).

Settori

Il dato tendenziale del fatturato è positivo sia per l’industria sia per l’artigianato (+0,7% entrambi). Tra i settori più performanti: alimentari (+3,7%), chimica (+2,8%), carta-stampa (+2,3%) e abbigliamento (+1,5%). Stazionaria la produzione dei minerali non metalliferi e legno mobilio (+0,2%) e siderurgia (0%). In contrazione moderata la produzione di meccanica (-1,2%), gomma-plastica (-1,4%) e manifatturiere varie (-1,6%). Più intensa la contrazione dei livelli produttivi di tessile (-3,7%), pelli-calzature (-4,7%) e mezzi di trasporto (-5,6%). Nell’artigianato i settori in crescita significativa sono due: alimentari (+3,4%) e tessile (+1,9%). Stazionari con minime variazioni positive e negative i settori legno-mobilio (+0,4%), carta-stampa (-0,3%) e minerali non metalliferi (-0,5%).

Aspettative

Per quanto riguarda le aspettative, secondo l’indagine di Unioncamere, per gli imprenditori permangono le incertezze legate al contesto economico internazionale, ai costi energetici e alla domanda ancora debole, principalmente sul mercato interno: tuttavia si intravedono nuove opportunità legate alla possibile riduzione dei costi delle materie prime e a una ripresa dei consumi. Il sondaggio ha inoltre evidenziato una forte attenzione alla questione della sostenibilità da parte degli imprenditori lombardi. Il tema è ritenuto importante per il proprio business dall’80% degli industriali, quota che scende al 66% tra gli artigiani manifatturieri.

Le grandi imprese mostrano livelli elevati di attenzione (oltre il 90%), mentre tra le microimprese tale quota si attesta al di sotto del 60%, evidenziando un divario strutturale.

Dichiarazioni

«In un contesto geopolitico ancora complesso – ha spiegato l’assessore Guidesi – le imprese lombarde confermano ancora una volta la loro straordinaria capacità di restare competitive, riuscendo a cogliere opportunità di crescita anche in una situazione tutt’altro che favorevole. I dati positivi sia dell’occupazione sia della produzione ci consentono di guardare con ottimismo ai prossimi mesi. Il nostro è un ecosistema solido e maturo che continua a primeggiare in Italia e in Europa.

Certamente ci sono questioni ancora irrisolte come i costi energetici e l’iper-regolamentazione europea che necessitano di risposte chiare e concrete in tempi rapidissimi».

A intervenire anche Giuseppe Pasini: «Di fronte ad una Europa che ha annunciato un rallentamento della congiuntura con un’attesa contrazione del Pil dell’Eurozona – ha aggiunto - la Lombardia risponde con segnali positivi, segno della resilienza e reattività del nostro territorio. Un chiaro indicatore di come le nostre imprese riescano – almeno per ora – a fronteggiare un contesto globale ancora gravato da fardelli cronici a cui si contrappone un’azione europea non certo incisiva. Nodo dei costi dell’energia elettrica, materie prime strategiche non protette, minacce di import massiccio dalla Cina come reazione indiretta ai dazi americani. Queste sono le principali criticità che non consentono dilazioni all’Europa.

Se Bruxelles non agirà velocemente, l’Ue rischia di compromettere in modo permanente la competitività della sua manifattura, intaccando proprio quei territori che, come la Lombardia, creano valore grazie all’economia reale, riscoperta dalle potenze globali come fattore strategico di solidità economica e sociale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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