Economia

Lavoro: 12mila lavoratrici in più in tre anni nel Bresciano

Elio Montanari
La crescita, tutta al femminile, tra il 2022 e il 2024. I settori dei servizi e del turismo quelli più in espansione
L'incremento degli occupati tra il 2022 e il 2024 è interamente femminile - © www.giornaledibrescia.it
L'incremento degli occupati tra il 2022 e il 2024 è interamente femminile - © www.giornaledibrescia.it
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Nel primo trimestre del 2025, il mercato del lavoro italiano ha registrato ulteriori segnali di crescita e, in termini assoluti, si contano oltre 23,7 milioni di occupati. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat il numero di occupati è aumentato di 141mila unità rispetto al trimestre precedente e di ben 432mila unità su base annua; un risultato che segna un’accelerazione significativa nel ritmo di creazione dei posti di lavoro, sostenuto da dinamiche positive nei settori dei servizi, della PAe e, in misura minore, nell’industria. La crescita ha riguardato entrambe le componenti di genere, con lieve vantaggio per quella femminile, che ha beneficiato della ripresa di settori come turismo, istruzione e sanità.

Resta il mismatch

Analizzando la natura dei rapporti di lavoro, emerge che la maggior parte della crescita occupazionale è dovuta ai contratti a tempo determinato, aumentati di 94mila unità nel trimestre, mentre i contratti a tempo indeterminato hanno registrato un incremento di 44mila unità. Questo dato conferma un trend consolidato nel mercato del lavoro italiano degli ultimi anni: la crescita dell’occupazione avviene in prevalenza in forme contrattuali non stabili. L’Istat segnala, inoltre, un maggior dinamismo nei percorsi occupazionali, con un numero crescente di rapporti lavorativi di breve durata e accompagnato da una forte precarizzazione. Altro elemento di attenzione è rappresentato dal mismatch tra domanda e offerta. Le imprese continuano a denunciare difficoltà nel reperire profili tecnici e specializzati, in particolare nei settori dell’informatica, dell’automazione industriale e dell’assistenza socio-sanitaria.

I dati provinciali

I regionali e provinciali, riferiti al periodo 2022-2024 confermano l’aumento dell’occupazione anche in Lombardia (+133 mila occupati, pari al +2,6%) così come in provincia di Brescia, dove, tra il 2022 e il 2024, gli occupati crescono di 12mila unità, pari al 2,3%, arrivando a quota 555mila. Bene, anche se, giova osservare che i 555mila occupati bresciani nel 2024 sono solo 2mila in più rispetto ai 553mila del 2019, prima della pandemia, senza mai dimenticare che nelle indagini campionari per essere occupato basta aver lavorato un’ora nella settimana di osservazione.

Crescono le lavoratrici

Tuttavia, entrando dentro i dati Istat, con riferimento alla provincia di Brescia e al triennio 2022-2024, osserviamo che il saldo occupazionale positivo (+12 mila occupati) è interamente al femminile, poiché le donne aumentano del 6,3%, a fronte di una riduzione (-0,4%) degli uomini occupati. Nel 2024, i maschi costituiscono ancora il 58,5% del totale degli occupati in Provincia, mentre la quota delle donne (41,5%) rimane decisamente al di sotto della media regionale, che supera il 44% e risulta inferiore anche al dato medio nazionale (42%), Sud e Isole comprese.

L’aumento dell’occupazione in provincia di Brescia interessa solo i lavoratori alle dipendenze, che aumenterebbero di 29mila (+6,7%). Una dinamica positiva per i lavoratori dipendenti, tra il 2022 e il 2024, che trova corrispondenza sia nel contesto nazionale (+730 mila dipendenti, +4%), che in quello regionale (+130 mila, +3,6%), ma che a Brescia appare più pronunciata. Non altrettanto si può dire per la dinamica dei lavoratori indipendenti, che a Brescia risultano in netta riduzione (-17mila, pari al -15,5%), un dato negativo che supera di gran lunga quello medio regionale (-16mila, -1,9%) e risulta eccentrico rispetto al dato nazionale, poiché i lavoratori indipendenti, tra il 2022 e il 2024, aumentano di 109 mila unità, pari al +2,2%.

Insomma, in provincia di Brescia, l’aumento dei lavoratori dipendenti (+29 mila) compensa il calo degli indipendenti (-17 mila) e il saldo positivo (+12 mila occupati) è costituito esclusivamente da donne (+14 mila), con un calo dei maschi occupati.

I macro settori

Sempre tra il 2022 e il 2024, un incremento di 18mila occupati nel complesso delle attività dei servizi (+6,3%) dovuto esclusivamente all’aggregato di attività «commercio, alberghi e ristorazione» (+18mila, +22,1%), mentre le «altre attività», ossia il complesso dei servizi alle persone e alle imprese, vedono aumentare di un migliaio gli occupati (+0,4%). Rimane invariata l’occupazione nelle attività industriali, ferma a 191mila lavoratori tra il 2022 e il 2024, a fronte di una flessione in Lombardia (-27mila, -2,3%), che contrasta con l’aumento modesto in Italia (+122mila, +2,6%).

Tra il 2022 e il 2024, in provincia di Brescia, si perdono 5mila occupati nelle costruzioni (-11,8%), un saldo negativo più elevato del dato regionale (-5,2%), ma di segno opposto rispetto alla dinamica nazionale (+3,7%). L’occupazione in agricoltura, vedrebbe il calo di un migliaio di occupati (-8,9%) in Provincia, in linea con il dato nazionale (-5,3%), mentre in Lombardia i conti resterebbero invariati.

La provincia di Brescia, alla fine del 2024, si presenta dal punto di vista occupazionale sempre più terziarizzata con: 311mila occupati nelle attività commerciali e dei servizi (56,1%), a fronte dei 191mila delle attività industriali (34,5%), dei 40mila nelle costruzioni (7,2%) e dei 12mila in agricoltura (2,2%); sempre più lavoratori alle dipendenze, ben 463mila, pari all’83,4%, cui si aggiungono 92mila «indipendenti», il 16,6%, e con il gap di genere che rimane ampio, 324mila maschi (58,1%) e 230mila donne, solo il 41,5%.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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