Economia

«La metallurgia dice sì alla transizione, ma a pari condizioni dei concorrenti»

Ultima tappa di SetteOttavi dedicata alla siderurgia. Gussalli Beretta: «Un’asse portante dell’econom
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Sulla transizione energetica la siderurgia italiana c’è. Ma il giudizio sulle politiche della Ue, dal Fit for 55, il pacchetto per allineare la legislazione europea all’obiettivo 2030 di riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55%, al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, è senza sconti. Se regole devono essere sulla sostenibilità, la partita deve essere giocata ad armi pari, altrimenti non c’è competizione.

Il riferimento è a Paesi come la Cina, che inquinano di più perché non hanno gli stessi paletti europei e quindi producono con meno costi. Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, Roberto Vavassori, presidente di Anfia e Giovanni Marinoni Martin, presidente del settore Metallurgia, siderurgia e mineraria di Confindustria Brescia, Paolo Streparava, vicepresidente di Confindustria Brescia non le hanno mandate a dire alla politica durante l’incontro SetteOttavi 2023. Protagonisti, proprio gli imprenditori siderurgici e metallurgici, al centro dei lavori, moderati dal giornalista Roberto Ragazzi, la riflessione sull’industria sostenibile in Europa. 

Metalli in primo piano

Il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta, ha premesso: «Il settore siderurgia e metallurgia è una delle assi portanti del sistema Brescia e della nostra associazione». Gozzi è stato tranchant. «Se non si cambia rotta, si rischia di andare in Europa verso la desertificazione industriale. Siamo tutti d’accordo sulla decarbonizzazione ma la politica della Commissione europea, caratterizzata da estremismo ambientalista e ideologismo mercatista, deve voltare pagina. Chiediamo ai parlamentari di tutte le forze europee di uscire da un atteggiamento che si è dimostrato perdente».

D’accordo Marinoni Martin: «Siamo pronti a investire sulla transizione energetica, a patto che l’Europa ci tuteli in questo passaggio. Per come è messa la situazione rischiamo di investire miliardi ed essere invasi dalla componentistica cinese».
Auto elettrica. Per Vavassori «oggi in Europa non ci sono le condizioni per far crescere a sufficienza il mercato dell’auto elettrica. Adesso in assenza di incentivi, dobbiamo fare un passo ulteriore, parificare i dazi per l’importazione delle automobili dalla Cina a quelli europei».

Paolo Streparava, ha aggiunto: «Non sono contrario all’elettrico. Ma la dimensione delle aziende italiane è zero rispetto a quella di altri Paesi. Bisogna fare rete tra i piccoli, per riuscire a cimentarsi con l’innovazione». Filippo Schittone, direttore generale dell’associazione di via Cefalonia ha chiosato: «Il Green Deal è partito con un atteggiamento ideologico. Negli ultimi anni sta cambiando pelle. È avanti sulla sostenibilità, indietro sulla digitalizzazione». Chiusa l’edizione 2023 di SetteOttavi, ha anticipato il vicepresidente, Francesco Franceschetti, «comincia il lavoro per il percorso sui territori».

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