Economia

JeMe getta un ponte (che passa da Brescia) tra il mondo del lavoro e quello accademico

L’associazione nata all’interno della Bocconi supporta Pmi, start-up e multinazionali
I protagonisti bresciani di JeMe - © www.giornaledibrescia.it
I protagonisti bresciani di JeMe - © www.giornaledibrescia.it
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Parla anche bresciano il board ai vertici di JeMe (Junior enterprise Milano economia) dell’Università Bocconi. È di Brescia il ventunenne Francesco Dalla Bona, che dal settembre 2021 è nel Cda dell’associazione con l’incarico di international manager, assieme al presidente Matteo Angelo Normanno, alla sua vice Emma Titomanlio, al segretario generale Lorenzo Carboni e al tesoriere Elia Giust. Tutti giovanissimi, studenti bocconiani all’ultimo anno di laurea triennale o magistrale o (come nel caso di Giust) neolaureati.

Jeme Bocconi Studenti è un’associazione studentesca no-profit (da poco diventata impresa speciale ente del terzo settore) che fornisce servizi di consulenza professionale alle imprese. Fondata nel 1988, è la prima Junior Enterprise italiana (fa parte dei network Junior Enterprises Italy e Junior Enterprises Europe, con cui collabora regolarmente), e supporta Pmi, grandi multinazionali e start-up innovative nel far crescere il proprio business e per svilupparsi in Italia e all’estero.

A Piazza Affari

Il prossimo 30 settembre, Jeme festeggerà il 35° anniversario dalla fondazione con un evento a palazzo Mezzanotte (sede della Borsa Italiana a Milano), che vede tra gli sponsor Confindustria Brescia e dove 250 partecipanti, tra alumni e associati (sono una cinquantina attualmente), avranno occasione di rivivere insieme i più recenti successi e assistere a stimolanti interventi da parte di ospiti di spicco. La giornata sarà inaugurata da un discorso introduttivo del magnifico rettore della Bocconi, Francesco Billari, che lascerà poi spazio a un round table su temi quali economia circolare, integrazione tra pubblico e privato, realtà del no-profit.

L’obiettivo

Quello che accomuna Francesco e i suoi colleghi è la passione, per l’economia e la finanza senz’altro, ma anche e soprattutto per la formazione, perché l’obiettivo è proprio costruire un ponte tra il mondo accademico e quello lavorativo, garantendo nel contempo servizi di eccellenza ai propri clienti. A proposito di questi ultimi, Jeme annovera nel portfolio nomi d’eccellenza come A. Menarini Diagnostic, primo gruppo farmaceutico italiano nel mondo; Deloitte e Bending Spoon (sviluppatrice di applicazioni per dispositivi mobili).

«Abbiamo - riferisce Dalla Bona, all’ultimo anno del corso triennale di International economics and Finance; – clienti sparsi sul territorio nazionale, ma anche qualche collaborazione con Stati Uniti, Francia e Germania». «Nello specifico - spiega Emma Titomanlio, di Livorno, terzo anno di International economics and Management -, forniamo analisi finanziarie e di mercato, piani di marketing, business plan. È un’occasione importante per mettere in pratica quel che si sta studiando a livello teorico».

Nell’ambito della consulenza strategica alle aziende, JeMe sta incrementando il proprio pacchetto, con il supporto innovativo nell’ambito dell’intelligenza artificiale ed in materia di sostenibilità; sono inoltre in via di sviluppo i servizi legali.

Il legame con l’area bresciana è molto forte, per – precisa Lorenzo Carboni, studente triennale di Economia e Finanza – «il rapporto con Confindustria, con cui avevamo già organizzato l’evento dello scorso anno a Villa Fenaroli e perché molti studenti della Bocconi provengono dal liceo Carli. Abbiamo l’ambizione di aiutare il progresso tecnologico-innovativo del tessuto industriale bresciano». Nel 2022, Jeme ha completato 30 progetti e fatturato 200.000 euro: ricavi che vengono totalmente rinvestiti nella formazione dei propri membri.

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