Iveco apre le porte: 50 anni di storia e generazioni di lavoratori

C’è chi in Iveco ha iniziato a lavorare quando ancora era Om, Officine meccaniche, e chi ha il papà che lavora in azienda. Generazioni che si sono incontrate all’open day organizzato ieri nella sede di via Volturno per i cinquant’anni del gruppo.

Visite

Una grande festa, con i lavoratori di ieri e di oggi, i loro familiari, gli amici. Visite ai reparti, pane e salamina preparato dagli alpini e musica per una giornata che resterà scolpita nella memoria. La storia di Iveco è iniziata nel 1975 con l’unione di cinque primari produttori europei di veicoli industriali, tra cui la Om di Brescia che la Fiat aveva comprato nel 1933. Nonostante il caldo e le colonnine di mercurio impazzite, nel piazzale di via Volturno, tra gli stand, e nei reparti c’è tanta gente: chi in Iveco ci lavora e accompagna figli, nipoti, genitori a conoscere l’azienda, amici di dipendenti, nonni e bambini.

Ivano ha iniziato a lavorare in Iveco nel 1973, quando era ancora Om. «Ho lavorato trent’anni qui – dice –ì. Io amo l’Iveco. Ho aspettato vent’anni questa festa. Grazie a Iveco ho costruito la casa, mantenuto la mia famiglia, fatto studiare i miei figli».

Federico invece ha il papà che lavora in Iveco: «È molto interessante per me visitare questa grande azienda, vedere le tecnologie all’avanguardia che utilizza e la loro evoluzione», osserva. Oggi Iveco Group impiega 36 mila persone in tutto il mondo e ha 19 siti industriali, tra cui Brescia, e 30 centri di ricerca e sviluppo. Dario è in Iveco da ventisette anni ed è impiegato nel reparto di ingegneria di manutenzione. «È il reparto dove vengono effettuate le manutenzioni sui paranchi e sui carroponte – spiega –. Sono entrato in Iveco a 26 anni. Dopo gli studi da geometra ho fatto altri lavori e poi sono arrivato qui». Giovanni invece ha accompagnato un amico dipendente Iveco: «Sono un appassionato di tecnologia – confida – ed ero curioso di visitare questa azienda all’avanguardia. Ha rispettato le aspettative».

Volti e storie

Iveco è una galassia a livello mondiale e anche in via Volturno si incrociano tante storie da latitudini e città diverse. Come quella di Francesca, che arriva dal Piemonte, lavora nelle risorse umane e fa da cicerone ai genitori tra i reparti. «Ho iniziato a lavorare in Iveco a Torino e sono qui a Brescia da quasi tre anni – racconta –. È un posto molto vivo perché si ha a che fare tutti i giorni con gli operai e con gli impiegati. È molto dinamico». Come è essere donna in un’azienda e in un settore in cui molti dipendenti sono uomini? «Se ciascuno, nel suo piccolo, fa la sua parte si può fare un ottimo lavoro. E qui cerchiamo di farlo tutti i giorni», risponde.

«Era dal 2007 che non organizzavamo una festa così, aprendo le porte del nostro stabilimento ai nostri dipendenti e ai loro familiari e amici – ricorda Paolo Gozzoli, responsabile Miglioramento continuo –. I cinquant’anni di Iveco sono sicuramente una tappa significativa. All’epoca l’ingegner Beccaria decise di fondere più marchi già di proprietà Fiat e far nascere sostanzialmente una delle prime multinazionali italiane. All’apertura dei cancelli c’è stato un boom, un afflusso che non ci aspettavamo. Avevano tutti voglia di venire a trovarci, far vedere i reparti in cui lavorano e poi fare un po’ di festa assieme».