I piani a lungo termine dei consorzi bresciani contro la siccità

Valerio Pozzi
Coldiretti e Confagricoltura chiedono un piano nazionale per affrontare un problema che «non va trascurato» anche se ora non c’è emergenza idrica
Un invaso per acqua da utilizzare per l'irrigazione dei campi
Un invaso per acqua da utilizzare per l'irrigazione dei campi
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L’Italia riesce a recuperare solo l’11% dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale. Uno spreco inaccettabile in un territorio a forte rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree.

Intervenire si può e si deve non solo nell’emergenza ma in maniera strutturale e strategica. Così Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia, evidenzia la necessità di dare finalmente attuazione al progetto invasi.

La siccità, ormai diventata strutturale negli ultimi anni anche in provincia di Brescia, ha un impatto devastante sulle produzioni agricole. Il risultato è che i danni nel 2023, tra coltivazioni e infrastrutture, hanno superato i 50 milioni di euro dell’anno precedente, complici anche gli altri effetti dei cambiamenti climatici. Per Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia: «Sebbene oggi il problema dell’emergenza idrica non si ponga, visto le abbondanti piogge e nevicate in Lombardia, che hanno riempito le falde, il problema non va trascurato e non può ridursi al contingente. Per questo torno a ribadire che serve una progettualità di ampio respiro, in cui è prevista anzitutto la salvaguardia dei laghi, la resilienza delle opere e il giusto mix tra la massima attenzione alla falda e la superficie. Nelle ultime stagioni l’irrigazione dei triticali era già avviata in questo periodo; oggi ci troviamo in una situazione diversa, ma non va assolutamente abbassata la guardia, al fine di rendere il sistema irriguo più resiliente».

Il piano del Consorzio Oglio Mella

Il Piano nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici recentemente approvato lo dice: gran parte degli impatti dei cambiamenti climatici sono riconducibili a modifiche del ciclo idrologico e all’aumento rischi che ne derivano. Con questa consapevolezza il cda del Consorzio di bonifica Oglio Mella ha approntato il Piano triennale delle opere 2024/2026. Una risposta concreta a queste esigenze con opere per un valore di oltre 94 milioni di euro, che hanno tutte al centro l’innovazione e il miglioramento dell’efficienza del reticolo a servizio dell’irrigazione e della sicurezza idraulica. Alcuni interventi sono già in fase di realizzazione e altri si concluderanno entro l’anno.

Prima dell’avvio della stagione irrigua saranno terminati i lavori di rifacimento dell’impianto di sollevamento che gestisce la rete pluvirrigua a servizio di oltre mille ettari di campagna tra Palazzolo, Cologne, Coccaglio ed Erbusco, con un investimento di un milione di euro, a cui si affiancheranno gli interventi sulla rete di tubature sotterranee in pressione che comprende anche l’impianto di Passirano. Attenzione è rivolta anche alla riduzione delle perdite di percorso sui canali principali e all’automazione della gestione delle paratoie che consentirà la loro bacinizzazione.

Proprio su questi temi il progetto del consorzio per la Seriola Nuova, ricompreso nel Piano con un valore di 7,5 milioni, è stato proposto lo scorso ottobre dalla Regione per l’aggiornamento del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico. Tra gli interventi dedicati alla difesa idraulica, aggiunge il direttore Cesare Dioni, «le opere già finanziate da Regione porteranno nei prossimi mesi all'installazione di paratoie automatizzate, governate tramite telecontrollo, per i canali di scarico lungo l’asta del Mella; entro il 2024, alla realizzazione di due vasche di laminazione, una a Travagliato e una a Torbole Casaglia».

Gli interventi del Consorzio del Chiese

Grande attivismo sta caratterizzando anche il lavoro al Consorzio di bonifica Chiese che ha consegnato i lavori di due attesi interventi per la pianura orientale bresciana. Le opere appaltate sono inserite in due misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I lavori riguardano il «Progetto di bacinizzazione e riqualificazione idraulica dei canali adduttori principali Roggia Lonata Promiscua e Roggia Lonata nei Comuni di Bedizzole e Lonato», per un importo di 26,5 milioni. La seconda realizzazione è relativa al progetto «Allestimento in ex cava di ghiaia di bacino idrico per la laminazione delle acque di piena e lo stoccaggio di risorsa idrica», finanziato dal ministero dell’Agricoltura, con 14 milioni di euro.

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