Economia

Gruppo Alfa Acciai, ricavi e utili alle stelle: «Il Pnrr è un’opportunità straordinaria»

Nel 2022 cala la produzione ma il risultato netto sale a 177 milioni. «Nel 2023 l’economia è più debole»
Una veduta aerea dell’Alfa Acciai -  © www.giornaledibrescia.it
Una veduta aerea dell’Alfa Acciai - © www.giornaledibrescia.it
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L’economia è fatta anche di sensazioni: bastava osservare lo scorso anno gli autotreni carichi di rottame fermi sul piazzale dell’Alfa Acciai, per immaginare che altrettanti ne sarebbero usciti carichi di acciaio e che il 2022 della realtà siderurgica bresciana sarebbe stato un buon anno.

Ieri è arrivata la conferma con la diffusione dei risultati di un esercizio fortemente positivo per la società cittadina, seppur all’interno di un anno in cui le criticità non sono mancate: guerra, inflazione, tassi, materie prime e Pnrr. Tre dati sintetizzano la performance di Siderurgica Investimenti, holding delle famiglie Lonati e Stabiumi che controllano il gruppo siderurgico di San Polo fortemente radicato sul mercato italiano del tondo per cemento armato: utile cinque volte superiore a quello del 2021 (177 milioni contro i 29,5 del 2021), patrimonio cresciuto del 63% attestandosi a 600 milioni di euro, ricavi a 1,6 miliardi di euro nonostante la produzione di acciaio sia diminuita del 16% con un calo «concentrato - ricordano Siderurgica Investimenti di cui Alfa Acciai è, con una metafora calcistica, il centravanti in una squadra, nel cui perimetro di consolidamento stanno anche Alfa Derivati, Acciaierie di Sicilia, Tecnofil e Ferroberica - nella seconda parte dell’anno, seppur controbilanciato da una forte crescita del fatturato grazie a prezzi di vendita in rialzo per effetto dell’aumento dei costi delle materie prime e di energia e gas».

L'analisi

I ricavi, seppur a fronte di minori volumi, sono cresciuti ugualmente, salendo di 340 milioni di euro rispetto al 2021 (+27%), arrivando a 1 miliardo e 598 milioni contro il miliardo e 256 milioni dell’esercizio 2021 e contro i 686,9 milioni del 2020 (dato, questo, che riportiamo per non dimenticare la pesantezza degli effetti che la pandemia ha avuto sull’economia). 1,5 milioni di tonnellate la produzione di acciaio in calo del 16% ( nel 2021 erano stato 1,7 milioni e 1,4 milioni nel 2021). Oggi i dipendenti del gruppo sono 1.221.

«L’anno in corso sta continuando ad evidenziare le debolezze dell’economia mondiale e quelle del commercio internazionale, connesse con la perdurante incertezza geopolitica e con la persistenza dell’inflazione su livelli elevati nelle principali economie avanzate - commenta l’amministratore delegato Amato Stabiumi -. I primi mesi dell’esercizio hanno fatto registrare una flessione della domanda rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in particolar modo nel mercato tedesco, nostro abituale cliente. A ciò si aggiunga, inoltre, una competitività del nostro Paese penalizzata rispetto al mercato europeo, per effetto del costo dell’energia elettrica ancora doppio o triplo rispetto al periodo pre Covid-19. Siamo tuttavia fiduciosi per una ripresa dei consumi grazie alla straordinaria occasione legata agli investimenti infrastrutturali del Pnrr e agli altri fondi europei».

Gli altri numeri

Sono anche altri gli indicatori di un anno che ha visto il gruppo siderurgico bresciano realizzare «numeri» importanti: l’Ebitda è stato di 233 milioni, più di tre volte quello del 2021; 600 milioni il patrimonio con una posizione finanziaria netta positiva per 29 milioni, migliore di 80 milioni nel 2022 di quella dell’esercizio precedente. Massicci gli investimenti: 46 milioni in crescita del 35% sul 2022. «Il mercato delle costruzioni darà grandi soddisfazioni - ha concluso Stabiumi - e siamo pronti a servirlo con una gamma di prodotti sempre più performanti, grazie alla nostra consolidata strategia di verticalizzazione. In particolare, continuiamo nel nostro impegno di sensibilizzazione delle istituzioni per difendere a tutto campo gli interessi e le aspettative dei nostri clienti del settore delle costruzioni e del mercato degli acciai da trafila». 

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