Fonderie Ariotti e le super-batterie per gli scambi con la rete elettrica

Non più solo consumatore, ma anche produttore e gestore attivo di energia. Una fonderia che non si limita a ridurre i prelievi dalla rete nazionale installando impianti per le rinnovabili, ma diventa attore capace di fornire servizi di stabilizzazione e salvaguardia della rete, contribuendo all’equilibrio del sistema elettrico italiano. È la strada, per certi versi inedita, intrapresa dalla storica Fonderie Ariotti di Adro, nata agli inizi del ’900 e da sempre guidata dalla famiglia Ariotti, oggi rappresentata dai fratelli Roberto e Giorgio.
Entro la fine 2025 porterà a termine il nuovo investimento che permetterà al sito di ampliare l’impianto fotovoltaico da 1.200 a oltre 2000 kW di potenza, ma accanto all’impianto fotovoltaico verranno installate nuove, potenti, batterie di accumulo da 1,7 MW e 3.440 kWh che non si limiteranno ad immagazzinare l’energia dei pannelli, ma la gestiranno in modo intelligente e dinamico.
Il progetto
L’investimento è di circa 2,5 milioni di euro, l’impianto verrà messo in funzione (burocrazia permettendo) entro fine anno. «Un salto di paradigma - ci spiega Roberto Ariotti, che in passato ha ricoperto anche la carica di presidente di Assofond, l’associazione italiana delle fonderie che nella nostra provincia conta oltre 160 associati - che consentirà alla nostra fonderia di tamponare una delle principali sfide legate alla produzione da fonti rinnovabili. Il nuovo sistema "Bess" (Battery Energy Storage System, ndr ) è dinamico: quando il Pun, ovvero il prezzo nazionale è basso, le batterie verranno ricaricate, ma allo stesso tempo verrà restituirla nei momenti di maggior bisogno e picchi di richiesta».
Una scelta per certi versi pionieristica, l’azienda è tra le prime in Italia a portare le batterie dentro una fonderia e la candida a diventare un prosumer, cioè non solo consumatore, ma anche produttore e attore attivo nella stabilizzazione della rete nazionale, contribuendo alla sicurezza del sistema.
«Investire in sostenibilità, resilienza e autonomia è oggi la via più saggia per un’impresa energivora - spiegano i fratelli Ariotti -. L’unico modo per affrontare le incognite legate a guerre, dazi e crisi energetica».
Il settore
Il mondo delle fonderie sta affrontando una congiuntura davvero difficile, il costo dell’energia, unito alle crisi geopolitiche e al peso di dazi sempre più gravosi, ha messo in seria difficoltà un comparto che nel 2024 ha segnato un calo produttivo del 12,3% rispetto all’anno precedente, con un fatturato in calo del 12,8%.
«La scomparsa del mercato eolico per l’importazione selvaggia di componenti cinesi ha duramente segnato i nostri volumi produttivi - confida Ariotti -, tuttavia, il mercato ha ripreso dopo Pasqua e ci permette di traguardare il ritorno a bilanci positivi dopo 2 anni di rara difficoltà, nei quali abbiamo minimizzato il ricorso alla Cig. Siamo fieri della nostra capacità di integrare culture diverse dalla nostra mantenendo però le profonde radici nella tradizione del territorio».
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