Festa del socio Bcc Agrobresciano: in 1.500 al Centro Fiera

Il sostantivo «socio», che deriva dal latino sòcius, indica un alleato, un compagno di sorte, una persona che (in economia, ma anche nella vita) condivide un obiettivo, cammina mano nella mano con chi gli sta accanto. I soci di Bcc Agrobresciano sono tutto questo: soprattutto sono orgogliosi di esserlo. Infatti, in occasione della «Festa del socio» organizzata al Centro Fiera di Montichiari, si sono presentati in 1.500 e oltre: per gustare lo spiedo messo in tavola alle 13, ma anche per ribadire che, al pari delle altre Bcc, Agrobresciano è una banca diversa.
Comunità
A riaffermarlo è stato il presidente Osvaldo Scalvenzi, che, dopo il tradizionale «Inno di Mameli», ha sottolineato: «Noi siamo diversi dalle altre banche, perché investiamo nel territorio i soldi che guadagniamo, con un occhio di riguardo al sociale e al volontariato, che, come ha detto il Presidente Sergio Mattarella, è la nostra forza».

Dopo aver invitato tutti «a guardare a ciò che ci unisce e non a ciò che ci divide», Scalvenzi ha ricordato i mille rivoli in cui si sostanzia l’impegno della banca per il territorio: «Minori spese e maggiori interessi per i soci, e poi una lunga serie di iniziative: dalla Fiera del libro ai corsi di educazione economica per le scuole, passando per il premio al merito dedicato agli studenti meritevoli e molto altro ancora». Da non dimenticare il sostegno alle Caritas locali, «a cui quest’anno le sette Bcc bresciane hanno dato 700mila euro».
Premiazioni
Poi è intervenuto Claudio Teodori, socio Bcc e docente universitario, che ha parlato della cooperazione nel tessuto economico bresciano: «Abbiamo 105mila imprese desiderose di lavorare: per loro Bcc è un attore strategico». Teodori non ha nascosto i problemi, a partire dal settore automotive «messo in crisi da politiche green colme di ideologia».
Padre Renato Filippini, invece, un ghedese missionario in Giappone da 28 anni, prima della benedizione (in giapponese) ha ricordato come nel Paese del Sol Levante la cooperazione permei la cultura di un intero popolo.
In chiusura sono stati premiati i soci che fanno parte della famiglia da 30, 40, 50, 60 e 70 anni. Per i 60 anni Alessandro Lussignoli (scomparso recentemente; il premio è stato ritirato dal figlio) e Luigi Zappa. Per i 70 anni Paolo Filippini (padre di Renato), Angelo Migliorati e Mario Varinacci.
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