Ue-Mercosur, primo via libera all’accordo di libero scambio

L’obiettivo del partenariato firmato dalla Commissione è abbattere le barriere doganali con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Il valore per Brescia dei quattro mercati
Settore agricolo tra i più interessati - © www.giornaledibrescia.it
Settore agricolo tra i più interessati - © www.giornaledibrescia.it
AA

«Una pietra miliare». Che la presidente Ursula von der Leyen abbia così presentato ieri il via libera della Commissione all’accordo di partenariato tra Ue e Mercosur non è un caso. Nel tumultuoso mare dei dazi la scelta di liberalizzare export e import coi Paesi che aderiscono al mercato comune del Sud America (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) appare infatti come un tentativo di uscire dai tradizionali confini del mercato comunitario. E sebbene la sua ideazione e stesura precedano di diversi anni la strategia di Donald Trump, suona, insieme all’accordo globale aggiornato Ue-Messico svelato anch’esso ieri, come un avviso agli Stati Uniti.

Firmato nel dicembre 2024 a Montevideo tra Commissione e Mercosur dopo una lunga contrattazione, l’accordo prevede di abbattere le barriere tariffarie su larga parte delle merci esportate nei quattro Stati del Sud America (si parla di circa il 90% del totale), garantendo parallelamente enormi facilitazioni per i prodotti da lì provenienti. Secondo i dati della Commissione l’intesa dovrebbe generare per le imprese europee un aumento del 39% delle esportazioni nei Paesi dell’area, andando a creare un mercato di oltre 700 milioni di consumatori.

I numeri

I numeri forniti dall’Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (rientra sotto il Ministero Imprese e Made in Italy) dicono che nel periodo gennaio-novembre 2024 l’export verso i Paesi del Mercosur è stato di 6,7 miliardi, principalmente verso Brasile (5,3 miliardi) e Argentina (1 miliardo). In Uruguay invece 320 milioni, in Paraguay 101. L’import invece si è attestato a quota 5,68 miliardi, dei quali 4,28 miliardi dal Brasile, 949 milioni dall’Argentina, 400 milioni dall’Uruguay e 49 dal Paraguay. Bilancia commerciale perciò favorevole per l’Italia, con oltre un miliardo di surplus. Un dato però da leggere con attenzione: la quota positiva è data quasi totalmente dall’apporto dell’industria, mentre i prodotti agricoli fanno registrare un saldo negativo per il nostro Paese.

Confindustria

Per quanto riguarda il tessuto bresciano, pur parlando ancora di numeri bassi e con ampissimi margini di crescita, la dinamica non è dissimile. Stando ai dati forniti dal Centro studi di Confindustria Brescia l’export verso i quattro Paesi del Mercosur nel 2024 ha toccato quota 181 milioni (135 verso il solo Brasile), a fronte di un import di 82 (62 in Brasile). Saldo perciò positivo per 99 milioni. Le esportazioni hanno interessato in particolar modo macchinari e apparecchiature (75 milioni) prodotti in metalli e apparecchi elettronici/ottici (23 milioni per ciascun settore). Sul fronte importazioni invece import di prodotti alimentari dominante e pari a 38 milioni, a fronte di un export di soli due milioni (-36 milioni).

Salvaguardie

Tale distonia tra mondo agricolo e mondo industriale, con il primo che diversamente dall’Europa in Sud America fa ancora largo uso di ogm, fitosanitari e pratiche non particolarmente «green», ha creato non pochi dissensi tra gli Stati membri dell’Ue. I Paesi sono infatti chiamati a ratificare l’accordo - per le parti di competenza esclusiva Ue serve invece il voto di Parlamento europeo e Consiglio - ed è per questo che la Commissione ha chiarito ieri diverse misure difensive o «di salvaguardia». Tra queste la limitazione delle importazioni agroalimentari preferenziali dal Mercosur a una frazione della produzione Ue (ad esempio l’1,5% per la carne bovina, l’1,3% per il pollame) e garanzie a tutela di determinati prodotti europei sensibili. C’è poi un’ultima e non meno importante, partita.

Materie prime

L’accordo nasce anche al fine di garantire all’Europa approvvigionamenti di materie prime critiche (Mpc), indispensabili alla transizione digitale ed ecologica dell’Unione, per favorire la diversificazione delle fonti e assicurare la stabilità delle forniture. Facendo degli esempi emerge come dal Brasile arrivino l’82% del niobio (fondamentale per acciaio, superleghe e applicazioni tecnologiche), il 13% della grafite naturale, il 16% del tantalio, il 12% della bauxite. L’Argentina invece copre il 6% del fabbisogno europeo di litio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...