Terre rare, la guerra invisibile delle materie critiche

Sono utilizzate nel settore delle automotive, per la costruzione di batterie, le turbine eoliche, lo sviluppo di tecnologie aerospaziali e molto altro. Sono 200 volte più comuni dell’oro ma sono difficili da identificare e complesse da lavorare
Una miniera in Cina - © www.giornaledibrescia.it
Una miniera in Cina - © www.giornaledibrescia.it
AA

1787, Ytterby, Arcipelago di Stoccolma, Svezia. In una giornata fresca e soleggiata, nubi bianche si muovono veloci nella tela blu del cielo. Il vento sferza le frasche. Il suono delle foglie riempie l’aria. Colori bianco-verdi si stagliano sul grigio delle rocce. Un uomo in uniforme sta osservando una strana e pesante roccia nera nella cava del villaggio. Lui è il tenente dell’esercito svedese Carl Axel Arrhenius ed ha appena scoperto la prima terra rara. Da quel momento nel villaggio di Ytterby ne verranno trovate ed identificate altre e la sua miniera sarà la più ricca fonte di elementi del mondo. In totale le terre rare sono 17 elementi chimici fondamentali per la transizione energetica.

Sono utilizzate nel settore dell’automotive, per le batterie ricaricabili, per i magneti, per costruzione di batterie, turbine eoliche, i motori elettrici, sono importanti per la creazione di tutti i dispositivi elettronici, per lo sviluppo delle tecnologie aerospaziali, per la difesa, le energie rinnovabili, la medicina. La cosa peculiare è che non sono affatto rare. Lantanio, cerio, neodimio e ittrio sono più abbondanti di piombo o argento e perfino le due meno abbondanti, tulio e lutezio, sono circa 200 volte più comuni dell’oro. Il termine «raro» venne assegnato non per la loro scarsa presenza sul Pianeta, ma per la difficile identificazione e per la complessità di estrazione e lavorazione.

Il processo risulta lungo e difficoltoso ed è variabile anche a seconda del materiale e dello specifico sito. Oltre a ciò è anche altamente inquinante. Per tal motivo le miniere non possono essere aperte ovunque. In Cina, per esempio, l’inquinamento derivante dall’estrazione di terre rare ha creato un suolo incapace di sostenere le colture, e le risorse idriche sono state contaminate. I costi ambientali sono elevati ma in alcune aree del mondo essi non divengono cogenti. Nonostante ciò l’utilizzo delle terre rare sta diventando sempre più importante per la transizione. Ma non sono le sole. Vi sono altri elementi che, insieme alle terre rare, costituiscono le cosiddette «materie critiche», che l’Europa identifica in base a due principali parametri: l’importanza per l’economia continentale e il rischio di approvvigionamento o di interruzione delle forniture. 

La Commissione europea pubblica un elenco ogni 3 anni che varia a seconda della domanda e dell’offerta. Maggiore è la richiesta di queste materie, maggiore è la loro importanza e, quindi, il prezzo sul mercato. Se invece si aprono molte nuove miniere, si riduce il rischio di approvvigionamento e quindi le materie diventano meno critiche. Nell’ultimo aggiornamento della Commissione le materie prime critiche identificate sono state 34: ci sono le terre rare ma anche elementi come il silicio, il litio, il magnesio ed altri. Con le politiche per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, il cosiddetto «Net Zero» ed il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile la loro richiesta (e quindi «criticità») è diventata sempre più rilevante.

Al momento il monopolio della produzione mondiale di terre rare e di alcune materie critiche è in mano alla Cina. Gli Usa hanno un discreto ritardo. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno ulteriormente spinto verso una modifica del mercato energetico ed un nuovo sistema globale basato su una accesa dicotomia Cina-Stati Uniti. Con l’aumentare dell’attrito fra le due superpotenze, gli Usa – e con loro l’Europa –  devono recuperare il terreno perduto se non vogliono subire un rallentamento sul fronte dello sviluppo tecnologico ed economico. Ed in alcuni casi anche militare, con conseguenze geopolitiche di ampio spettro. Questo problema non era ancora evidente prima del 2020: si permetteva che la inquinante estrazione di materie prime e terre rare avvenisse in Cina o in Africa (ma comunque sotto il controllo cinese) dato che il mercato globale non aveva ancora creato forti colli di bottiglia e rischi di approvvigionamento.

Il Covid ha fatto comprendere la necessità del cosiddetto reshoring, cioè una riduzione della catena di approvvigionamento ed una diversificazione del rischio. Il decoupling Cina-Stati Uniti, con il loro braccio di ferro legato allargamento dei Brics, la guerra in Russia e le schermaglie a Taiwan, ha reso le materie utilizzate per la transizione energetica ancora più critiche. L’effetto immediato è un aumento dei prezzi ed una corsa verso la scoperta e lo sfruttamento di nuove miniere negli Stati Uniti, in Europa e nei paesi amici. Anche questo processo fa parte del cosiddetto friend-shoring. Il rischio di approvvigionamento delle materie critiche è meno urgente di quello relativo alle fonti fossili, come è stato evidente con lo scoppio della guerra in Ucraina.

Se un Paese non importa più gas o carbone, non è più in grado di produrre energia elettrica con quelle fonti: il flusso si blocca e, a cascata, tutto il sistema economico ad esso connesso. Se invece si interrompe l’import di materie critiche, la capacità di produzione elettrica rinnovabile installata fino a quel momento continua a produrre a pieno regime, garantendo un flusso costante di energia, mentre non si è in grado eventualmente di aumentare lo stock e produrre nuovi prodotti (batterie, etc) che utilizzano materie critiche. Ancora oggi a più di due secoli di distanza la Svezia è tornata ad essere un importante attore europeo e mondiale nell’ambito delle terre rare. Nella provincia della sua città più a nord, Kiruna, a inizio 2023 è stato scoperto un enorme giacimento che potrebbe aiutare l’Europa ed affrancarsi dallo scontro Usa-Cina.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.