Dopo l’oro, tocca all’argento che vola ai massimi dal 1980

Non brilla solo l’oro sui mercati: la corsa stellare dei beni rifugio in un clima d’incertezza dilagante trascina con sé anche l’argento, con i prezzi ai massimi dal 1980 quando tre miliardari e speculatori texani, conosciuti come i fratelli Hunt, fecero schizzare le quotazioni accumulando riserve immense in tempi di inflazione galoppante.
Il valore
Solo oggi, i prezzi spot dell’argento hanno messo a segno un rialzo di circa il 4% oltre 51 dollari l’oncia. I futures si sono fermati a un passo dai 50 dollari, poco meno del massimo di sempre segnato a 50,35 nel gennaio 1980, poco prima del famigerato «Silver Thursday» del 27 marzo successivo, quando la corsa speculativa – un rialzo di oltre il 700% in un anno – crollò trascinando nella polvere i tre fratelli texani. Per il metallo bianco si tratta di un rally del 700% da inizio 2025, frutto dello stesso clima che sta facendo segnare all’oro un record dopo l’altro: il metallo giallo oggi tira il fiato e cede lo 0,74% a 4.040 dollari l’oncia, a un soffio dal record di sempre segnato ieri a 4.080.
Negli anni settanta era il «Silver Squeeze» dei fratelli Hunt, poi sono seguiti un picco durante la grande crisi finanziaria e un altro durante la pandemia, con la corsa degli utenti di Reddit a puntare su un altro #Silversqueeze, questa volta con l’hastag.
Anche bitcoin
Ora è il «debasement trade» a spingere gli investitori verso oro, argento e persino i rischiosi bitcoin, allontanandosi da un dollaro in odore di disancoraggio valutario. Perché il debito degli Usa pare insostenibile se la clava dei dazi non costringerà le altre banche centrali ad accumulare sempre più treasuries. L’alternativa è che la Fed – da mesi sotto una pressione incessante da parte di Trump – si metta a stampare moneta. Mettendo, appunto, piombo alle quotazioni del dollaro e benzina nel serbatoio dell’inflazione.
Da mesi, poi, la Borsa di New York mette in fila record che cominciano a far accendere la spia rossa di un surriscaldamento che potrebbe risolversi in una correzione violenta: persino la prudente Bce avverte che il rally dell’oro (ma vale anche per l’argento) «rappresenta un avvertimento» e che prezzi a questi livelli rischiano una «brusca correzione».
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