«Gli artigiani sono un presidio stabile, competente e credibile»

L’anno che sta per chiudersi ha confermato quanto il sistema produttivo bresciano sappia mantenersi solido anche in un contesto complesso: costi energetici instabili, carenza di personale qualificato, ritardi infrastrutturali ed una burocrazia che ancora grava sui tempi e sulla competitività delle imprese. Lo afferma Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, intervenuto per il tradizionale incontro di fine anno con il segretario generale Carlo Piccinato, il vicesegretario Giuseppe Amici e i due vicepresidenti Pierangelo Landi e Bruno Bettinsoli.
«Di fronte a queste sfide – prosegue Massetti –, gli artigiani hanno dimostrato ancora una volta cosa significa tenere in piedi un territorio. Il nostro impegno è chiaro: essere un presidio stabile, competente, credibile. Guardiamo al 2026 con fiducia e responsabilità».
Lo scenario
Il 2025 è un anno in cui si è fortemente «riportato al centro il valore della rappresentanza» e rinsaldato l’impegno per il territorio. E Confartigianato si conferma la principale associazione di categoria, rappresentando oltre la metà delle imprese artigiane attive e primeggiando anche rispetto ad altre realtà nei settori economici. Oltre 15mila gli associati, 6.956 imprese bresciane rappresentate (quasi il 50% afferenti all’edilizia), 14 sedi. Ancora: migliaia di corsi erogati e di imprese formate; 168 dipendenti ed un bilancio 2024 in utile per il 12esimo anno di fila, con un avanzo di 600mila euro. A proposito di conquiste, Massetti menziona la costituzione a livello nazionale di Artigiancassa, a sostegno statale e la partecipazione delle associazioni di categoria nazionali e dei Confidi.
«Altro tema a noi caro è la proposta di legge di modifica del settore dell’artigianato. E rimane sul piatto il mismatch tra domanda e offerta di lavoro: non si trovano due addetti su tre. Ancora, l’extracosto dell’energia, che continuiamo a pagare più cara di tutti: 192 milioni di euro a Brescia, che l’impresa ha dovuto spalmare su varie voci». Al netto dei dazi Usa (e di un -25% sul mercato statunitense), l’export rimane strategico per il sistema Brescia. «Chiediamo però di essere accompagnati nei percorsi di internazionalizzazione».
Non nega il segretario Piccinato che anche le imprese artigiane stiano attraversando un momento di stagnazione economica: «Si cresce, poco, ma nemmeno si è fermi. Da segnalare che il 2025 è stato un anno particolarmente importante: dopo 14 anni, abbiamo avuto il rinnovo di moltissimi contratti di lavoro, che renderanno finalmente più appetibile il comparto artigiano anche nei confronti del mondo industriale. Rinnovi che, a fronte di una perdita del potere di acquisto di circa il 20%, porteranno un sostegno ai lavoratori, anche sotto forma di welfare. Inoltre - ribadisce Piccinato - chiediamo da tempo il disallineamento dei costi dell’energia e lo sganciamento della produzione e distribuzione del gas».
Massetti si sofferma poi sui grandi nodi infrastrutturali della provincia, dall’aeroporto di Montichiari, che sembra «quasi una storia finita» («dov’è il trasporto merci che ci avevano promesso?» all’autostrada della Valtrompia, di cui si auspica la conclusione entro il 2029, fino alla vexata quaestio della Corda Molle. Mentre sulla Cittadella dell’innovazione, progetto sposato con la Camera di commercio, «ora bisogna cominciare a vedere i risultati».
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