Caritas, cresce ancora la povertà in Italia: nuovo record negativo dopo il 2020
Oltre 5 milioni e mezzo di residenti in Italia, nello specifico 5,57 milioni, il 9,4% del totale, l'anno scorso si trovavano in povertà assoluta, un nuovo record in negativo dopo quello toccato nel 2020, il primo anno della pandemia. Uno su dieci era nel Sud, in peggioramento rispetto alla percentuale dell'anno prima. Scende invece l'incidenza nel Nord Ovest, a 6,7% da 7,9%.
Le cifre del fenomeno sono contenute nel XXI Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale presentato ieri nella sede nazionale della Caritas Italiana a Roma.
La povertà è un affare da giovani e giovanissimi: in Italia ce ne sono 1,4 milioni sotto i diciotto anni (14,2% del totale). L'11,4% è nella fascia 18-34, l'11,1% in quella 35-64 e solo uno su cinque è oltre i 65 anni. Tra 2020 e 2021 la povertà assoluta è cresciuta di più nelle famiglie non italiane numerose con bambini piccoli. Una grande parte di queste persone bisognose passa per qualche ragione nei centri della Caritas Italiana: nel 2021 ne sono state contate 227.556, il 7% in più del 2020. Nelle regioni del Nord Est e del Nord Ovest, il 61% ed il 66% dei beneficiari erano non italiani. Di questi 227.556, poco più del 16% erano homeless, per la stragrande maggioranza (73%) uomini.
La Caritas dà una mano a queste persone con l'erogazione di beni e servizi materiali (mense/empori, distribuzione pacchi viveri, buoni ticket, prodotti di igiene personale, docce, ecc.), ma c'è l'attività di ascolto, l'erogazione di sussidi per l'affitto e le bollette, gli interventi di natura sanitaria.
Il rapporto mostra la mancanza di istruzione va sempre di più a pari passo con la povertà: i poveri che hanno solo la licenza media salgono nel 2021 a quasi il 70%, dal 57% del 2020. Ma tra questi, ci sono parecchi analfabeti totali e persone con la licenza elementare. I disoccupati, o inoccupati, sono saliti al 47%, erano 41%. Gli occupati scendono a 24%, da 25%.
L'indagine 2022, intitolata, «L'anello debole», conferma che è più difficile uscire dalla povertà se provieni già da un contesto svantaggiato, inoltre, ci sono le situazioni di povertà ereditaria. «Il rischio di rimanere intrappolati in situazioni di vulnerabilità economica, per chi proviene da un contesto familiare di fragilità è di fatto molto alto», si legge nel report.
L'ultima parte del documento, è dedicato all'individuazione di «buone politiche contro la povertà assoluta». Caritas prede atto del fatto che, «la misura di contrasto alla povertà esistente nel nostro Paese, il Reddito di Cittadinanza, è stata finora percepita da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%)». Per incidere, prosegue l'ente, «sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti».
La richiesta è stata ribadita anche dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi. «C'e' un aggiustamento da fare, ma mantenendo questo impegno che deve essere così importante in un momento in cui la povertà sarà ancora più dura,ancora più pesante e rischia di generare ancora più povertà in quelle fasce dove si oscilla nella sopravvivenza, che devono avere anche la possibilità di uscire da questa zona retrocessione».
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