Economia

Bresciane le mascherine che permettono la lettura delle labbra

Adatte a persone sorde o con ipoacusia sono progettate da Plus Biomedicals, la startup fondata nel 2019 da due professionisti bresciani
  • Le mascherine trasparenti della start up Plus Biomedicals
    Le mascherine trasparenti della start up Plus Biomedicals
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    Le mascherine trasparenti della start up Plus Biomedicals
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Da Brescia arrivano le mascherine trasparenti adatte a persone sorde o con ipoacusia. A progettare questa versione inclusiva dei dispositivi medico-chirurgici più richiesti da quindici mesi a questa parte è Plus Biomedicals, la startup fondata nel 2019 da due giovani professionisti bresciani, Simone Mora e Francesco Vavassori, che produce dispositivi sanitari per persone con disabilità. Il prototipo è una mascherina chirurgica certificata, cui il team ha applicato all'altezza della bocca del materiale trasparente (polipropilene biocompatibile) in modo tale da permettere la lettura delle labbra. 

«Il lavoro è partito in seguito a un input della farmacia degli Spedali Civili - spiega Simone Mora -. I medici ci hanno raccontato la difficoltà a reperire mascherine semi-trasparenti, così abbiamo deciso di provare a realizzarle noi. Qualche settimana fa abbiamo fatto le ultime modifiche ai nostri macchinari per creare i primi prototipi, che nei giorni scorsi abbiamo presentato al Civile. E funzionano bene».

In parallelo, Plus Biomedicals ha avviato l'iter per ottenere l'approvazione dell'Istituto Superiore della Sanità: quattro test preliminari che dovrebbero portare alla certificazione secondo la norma UNI EN 14683:2019. E proprio di recente è arrivato il via libera definitivo.

Al momento in Italia c'è solo un'altra azienda approvata dall'Iss che produce e commercializza mascherine trasparenti, la Dienpi di San Benedetto del Tronto, cui a fine aprile la struttura commissariale per l'emergenza guidata da Figliuolo ha inoltrato un ordine di 7 milioni di pezzi. «A sentire i medici, queste mascherine sono molto richieste anche se non sono obbligatorie per le persone la cui disabilità è incompatibile con il loro utilizzo - prosegue Mora -. Anche l'Associazione nazionale sordi ha già lanciato vari allarmi negli scorsi mesi. Saremmo felici di dare un nostro contributo». 

 

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