Economia

Brescia resta il primo polo siderurgico in Italia ma cala l’export di acciaio

Secondo l’analisi effettuata dall’Ufficio Studi Siderweb la flessione nel 2023 è stata del 26,1%, con vendite all’estero per 2,245 miliardi di euro
Un'azienda siderurgica - © www.giornaledibrescia.it
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Brescia rimane il primo polo siderurgico italiano, sebbene il 2023 si sia chiuso con una marcata flessione in termini di acciaio esportato.

Questo è quanto emerge dall'analisi effettuata dall’Ufficio Studi Siderweb sull’export italiano del comparto (base dati Istat), che sottolinea come la provincia di Brescia l’anno scorso abbia fatto registrare vendite all’estero per 2,245 miliardi di euro, in calo del 26,1% rispetto al 2022 (aveva esportato per 3,038 miliardi) ma comunque in netto aumento rispetto ai volumi del 2008 (+13,4%, 1,98 miliardi).

Questi numeri posizionano quindi Brescia in vetta alla classifica nazionale dei poli siderurgici, davanti a Udine (2,11 miliardi di export), Mantova (1,7), Bergamo (1,558) e Cremona (1,551). Chiude la classifica la provincia di Taranto, dove ovviamente pesa la vicenda relativa all’ex Ilva (ora Acciaierie d’Italia): dal 2008 ad oggi ha visto i volumi di vendite all’estero calare di oltre l’81%.

In Italia

A livello italiano l’export di acciaio (prodotti della siderurgia, tubi e altri prodotti della prima trasformazione) nel 2023 è diminuito del 16,9% attestandosi a 23,2 miliardi di euro di valore (19,4 miliardi derivanti dai primi 20 poli produttivi territoriali). Nel 2022 aveva invece toccato quota 28 miliardi.

I volumi sono però rimasti sostanzialmente stabili a 16,2 milioni di tonnellate, dopo il calo tendenziale del 6% registrato nel 2022. La variazione negativa è dunque dovuta in toto alla diminuzione dei prezzi.

Dopo due anni consecutivi di crescita seguiti al crollo del 2020 (-20% nel 2020, +51,7% nel 2021 e +23,8% nel 2022), le esportazioni in valore di acciaio sono dunque tornate a scendere. Un calo che è stato leggermente più marcato se si guarda solo ai primi 20 poli siderurgici italiani: l’export è diminuito del 17,6%.

Le performance

Ed è in questo contesto che si inserisce anche la flessione del Bresciano, che ha fatto registrare una delle peggiori performance (-26,1%), dietro solo a Terni (-39,2%), Genova (-35,3%), Aosta (-29,3%). Unico polo con il segno più è quello di Bergamo (+16,2%), incentrato sulla produzione di tubi senza saldatura.

Il commento

«Questi dati confermano il consolidamento della geografia dei poli produttivi dell’acciaio italiani che si è venuta a creare dopo la grande crisi del 2008 - commenta Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi Siderweb -. Tale processo traspare, oltre che dall’andamento della produzione, anche da quello delle esportazioni, che hanno registrato una riduzione molto più marcata nelle province dove sono o, meglio, erano presenti le aziende siderurgiche di maggiori dimensioni (è il caso dell’ex Ilva ora Acciaierie d’Italia a Taranto ndr).

E aggiunge: «Le esportazioni della provincia di Torino, dove c’era il sito Thyssenkrupp ora chiuso, sono diminuite del 39,1%, provocando la perdita di otto posizioni nella classifica dei primi 20 poli siderurgici italiani. Le esportazioni di Livorno (dove opera JSW Steel Italy) si sono invece ridotte del 60,6%, causando l’esclusione dai primi venti poli siderurgici italiani».

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