Cauto, presto un nuovo impianto dedicato al riciclo delle fibre tessili

Cauto compie 30 anni, ma guarda già ai prossimi dieci, con l’obiettivo di superare i 50 milioni di fatturato e strizzando l’occhio a inclusione lavorativa e riciclo del tessile. «Quello che celebriamo quest’anno è un compleanno nel quale più che esprimere desideri riflettiamo sulla nostra idea di futuro, che è già piuttosto precisa, nel solco di quello che ci ha permesso di crescere e arrivare sino a qui» spiega il direttore Michele Pasinetti, che guida la cooperativa ormai da un decennio.
Per lui, i numeri aggregati della Rete Cauto parlano più di qualsiasi altra cosa, tanto più che dal 2020 ad oggi risultano tutti in crescita: il fatturato complessivo è passato dai circa 26 milioni di euro di 5 anni fa ai circa 40 con i quali la cooperativa chiuderà l’esercizio in corso (erano 35 a fine 2024), mentre il personale è salito da 410 risorse a 580 (549 a fine del passato esercizio).
Inserimento lavorativo
In aumento anche la percentuale di inserimento lavorativo di persone con fragilità: se per legge deve essere di almeno il 30% della forza lavoro complessiva, Cauto ha superato il 40% già a fine 2024, mentre al 31 luglio 2025 era già oltre il 41%, rendendo la percentuale del 42% plausibile entro la fine del 2025.
Importanti anche i numeri relativi all’occupazione stabilizzata (gli assunti con contratto a tempo indeterminato sono oggi oltre l’86% del totale) e di coloro che hanno scelto di diventare anche soci, oggi più di 180. «Questi dati dimostrano non solo che crescono i volumi ed i servizi che eroghiamo ma anche l’occupazione generata da queste attività e soprattutto l’occupazione per i soggetti fragili», dettaglia Pasinetti che sottolinea l’importanza della strategia di affiancare ai servizi operativi in ambito ambientale e sociale anche quelli consulenziali e formativi rivolti all’esterno, alle pubbliche amministrazioni come alle imprese private, che oggi non a caso coprono circa il 60% del business.
Obiettivi
«L’idea è quella di non essere solo coloro che ritirano il rifiuto, ma piuttosto quelli con cui costruire un pezzo di futuro continua il dg di Cauto che snocciola i due obiettivi per il prossimo decennio: da un lato, la gestione del rifiuto tessile; dall’altro, l’inclusione delle nuove fragilità sociali.
«I dati dicono che oggi l’80% dei capi di abbigliamento scartati finisce in discarica e negli inceneritori, mentre la normativa spinge sul riuso ed il riciclo – dettaglia –: per questo abbiamo già acquistato un capannone nel quale realizzeremo un impianto per il riciclo per le fibre tessili, perché pensiamo sia la sfida ambientale del momento e perché crediamo si sposi bene anche con il tema del lavoro come strumento di inserimento sociale delle figure più fragili, in particolare quelle emergenti, dai neet, vale a dire giovani che non studiano e non lavorano, ai richiedenti asilo, altra categoria alla quale ci stiamo dedicando in maniera particolare».
Investimenti
Inoltre, la Rete continua a investire su altre due direttrici considerate fondamentali: le energie rinnovabili, con la costituzione di una vera e propria comunità energetica, ed il recupero delle eccedenze alimentari, grazie ad una «Dispensa sociale» che redistribuisce il cibo a oltre 300 associazioni del territorio.
Cauto festeggerà i suoi 30 anni con soci e simpatizzanti domenica prossima (la successiva in caso di maltempo) con una giornata di incontro, musica e giochi al Castello di Brescia. A chiudere, alle 17,30, un doncerto gospel & soul con One Soul Project Choir aperto alla cittadinanza.
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