Benessere animale e Ai: Brescia fa scuola nel mondo con Classyfarm

Sanità, allevamenti, innovazione e quell’immancabile valore aggiunto del made in Brescia. A Santa Giulia è andato in scena il prestigioso simposio internazionale dedicato al benessere animale e all’antimicrobica resistenza con tanti ricercatori italiani a rappresentare gli enti di ricerca più prestigiosi d’Europa con il nostro Istituto Zooprofilattico, che ha svolto il ruolo di eccellente playmaker della giornata. A good point.
Questo grazie alla professionalità di una generazione di veterinari, guidati da Giorgio Varisco, direttore generale dell’Izslr, che si è dimostrata ancora una volta all’avanguardia in termini di innovazione e trasparenza sulla salute della nostra zootecnia a vantaggio del consumatore.
Tracciabilità
Tutto questo partendo dalla tracciabilità di tutto quello che avviene dalla stalla fino alla tavola con un focus su benessere animale e uso degli antimicrobici. In fin dei conti la nostra, con oltre 1,3 milioni di suini, 120mila bovini da carne, 320mila bovine da latte e più di 9 milioni di avicoli, è la provincia più zootecnica di Italia e sta affrontando una situazione epidemiologica con peste suina, influenza aviaria e blu tongue sin qui mai vista. Come dire che la zootecnia bresciana non si sta facendo mancare nulla. Ma non teme queste malattie (peraltro innocue all’uomo), perché, dati alla mano, è tra le più all’avanguardia in Europa.
Gli interventi
Dopo i saluti istituzionali del vicesindaco di Brescia, Federico Manzoni e dell’assessore Regionale all’Ambiente, Giorgio Maione, sono intervenuti Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti e Vincenzo Lenucci di Confagricoltura, che hanno rimarcato l’importanza della collaborazione tra mondo scientifico e produttivo. «Lavorare con trasparenza sfruttando le piattaforme informatiche, condividendo lo scambio di dati sfruttando l’intelligenza artificiale - ha detto Prandini - è un’opportunità che va colta a favore dei consumatori e della qualità delle nostre produzioni modificando la narrazione che alcuni media fanno del nostro settore. In questo senso occorre investire sempre più risorse su ricerca e innovazione».
Di certo anche la comunicazione ha la sua importanza perché la zootecnia italiana, e in particolare quella bresciana, è già leader in Europa nell’applicazione delle regole legate al rispetto del benessere animale e alla progressiva riduzione dell’uso degli antibiotici utilizzati per curare gli animali (che negli ultimi anni è stato addirittura del 60%), evitando abusi che in alcuni casi hanno avuto effetti negativi attraverso il fenomeno medico, molto americano ma che in Europa si stima causi oltre 30mila decessi all’anno, dell’antibiotico resistenza su cui il simposio di ieri ha posto molta attenzione. Di fatto più si rispetta il benessere animale e meno si usano gli antibiotici in allevamento con beneficio per i consumatori.
Prospettive
In questo contesto si colloca l’intervento di Loris Alborali, dell’Izs, sul modello informatico ClassyFarm, applicato in oltre cento allevamenti e in un macello (Opas di Carpi) dell’Intelligenza artificiale, è stato illuminante perché ha aperto una breccia tra presente e futuro con un monitoraggio costante dei dati, sul consumo dell’antibiotico nel comparto suino e il rispetto del benessere animale in macello, raccolti tutti in una App a disposizione degli operatori. E si tratta di un progetto tutto bresciano che sta facendo scuola in Europa e nel resto del mondo.
«La piattaforma Classyfarm - ha spiegato Alborali nel suo intervento - è una innovazione a disposizione di medici veterinari ufficiali, medici veterinari aziendali e allevatori impegnati a monitorare, analizzare i dati rilevati e ad indirizzare gli interventi in allevamento per conformarsi e recepire appieno l’impostazione della recente normativa europea in materia di Animal Health Law e di Official controls. In questo modo il sistema consente di rafforzare la prevenzione delle malattie animali e la lotta alla resistenza antimicrobica».
In un quadro così complesso, il simposio di alcuni giorni fa non ha fatto altro quindi che confermare che l’Istituto Zooprofilattico sta investendo in innovazione, mosso dalla necessità e dall’ambizione di adeguare il sistema veterinario pubblico alle nuove sfide del settore della sanità e del benessere animale e alle esigenze dei consumatori. Good point.
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