Tajani: «Brescia una Leonessa a sostegno dell’economia italiana»

Il vicepremier al Forum imprenditoriale Italia-India, svoltosi ieri in città: «Esploriamo mercati extra-Ue, ma ciò non significa che non guardiamo a quello americano o europeo»
I ministri Goyal e Tajani - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
I ministri Goyal e Tajani - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Non è una risposta ai dazi imposti dagli Stati Uniti, stando alle parole del vicepremier Antonio Tajani, ma piuttosto un nuovo tassello del composito puzzle per raggiungere l’ambizioso obiettivo dei 700 miliardi di euro di export entro il 2027 (nel 2024 l’Italia si è fermata a quota 623 miliardi). In questo senso va letta la storica giornata in cui Brescia ha fatto da teatro al Forum imprenditoriale Italia-India. «Brescia è stata una Leonessa per sostenere l’Unità d’Italia e sarà una Leonessa per sostenere l’economia italiana», è il commento al miele che il vicepremier rivolge ad una provincia che vanta un Prodotto interno lordo di oltre 45 miliardi. «Esploriamo mercati extra-Ue ma ciò non significa che non guardiamo al mercato americano o a quello europeo, anzi – spiega il vicepremier –. In queste settimane stiamo ad esempio lavorando ad un accordo con gli Stati Uniti sul fronte dazi, ma allo stesso tempo vogliamo rafforzare la nostra presenza altrove e raggiungere l’obiettivo prefissato per il 2027».

I motivi

E l’India – popolata da 1,4 miliardi di persone – più del Messico è il Paese individuato per essere uno dei grandi partner commerciali dell’Italia nel futuro. I motivi? Tajani li spiega a più riprese: «È lo Stato più popoloso al mondo, con cui abbiamo già ottime relazioni, è una grande democrazia, è protagonista dell’Indo-Pacifico e ha grandi potenzialità». La visione della Farnesina (e in generale dell’Esecutivo), che trova affinità con il governo indiano, è infatti quella di sfruttare le rispettive potenzialità per un reciproco scambio che unisca non solo simbolicamente i due ministeri – quello degli Affari Esteri italiano e quello del Commercio e dell’Industria indiano.

  • Il summit con i ministri Tajani e Goyal al Museo di Santa Giulia - Marco Ortogni, Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Il summit con i ministri Tajani e Goyal al Museo di Santa Giulia
    Il summit con i ministri Tajani e Goyal al Museo di Santa Giulia - Marco Ortogni, Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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  • Il summit con i ministri Tajani e Goyal al Museo di Santa Giulia
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Potenziale e opportunità

«C’è un grandissimo potenziale per collegare aziende e continenti e quindi per creare grandi opportunità, come nuove infrastrutture, capaci di fare business e di internazionalizzare le imprese – spiega il politico indiano Piyush Goyal –. Noi siamo leader nell’automotive, nell’industria, nella manifattura e offriamo le nostre skill per sostenere l’economia italiana». Un «do ut des» che sembra soddisfare tutti. Ecco perché Tajani si dice aperto «anche a maggiori investimenti dell’India nel nostro Paese». Per riuscire ad intensificare gli auspicati rapporti, però, bisogna prima passare dall’Unione Europea. E il ministro italiano lo conferma: «Farò di tutto affinché si possa raggiungere a livello europeo un accordo di libero scambio con l’India perché ritengo che debba essere uno dei principali interlocutori con l’Ue. Ci sono ancora dei punti su cui trovare un punto di incontro».

Al lavoro

Nell’attesa, si lavora allora alla creazione del cosiddetto Imec, il Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa annunciato al G20 a New Delhi nel 2023, che necessariamente risentirà dell’evoluzione delle tensioni internazionali in Medio Oriente. «Noi siamo i due terminali – spiegano i ministri Goyal e Tajani – ma abbiamo il comune compito di coinvolgere il maggior numero di Paesi. Croazia e Serbia, ad esempio, diventano fondamentali per i trasporti ferroviari e per creare un collegamento coi Paesi del Golfo e con l’Africa».

Attraverso il Medio Oriente

L’ambizioso progetto infrastrutturale mira infatti a collegare l’India all’Europa attraverso il Medio Oriente, coinvolgendo anche Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Israele e Grecia, per facilitare il commercio e la cooperazione economica, favorendo l’integrazione tra le regioni coinvolte. E il punto terminale sarebbe Trieste. Quest’ultima è stata proposta come principale punto di arrivo per le merci in Italia, grazie alla sua posizione strategica. Il capoluogo friulano rappresenta infatti una porta d’ingresso ideale sia per il resto dell’Europa sia per il Nord Italia, facilitando così i flussi commerciali. «È fondamentale per il Medio Oriente – specifica il vicepremier Antonio Tajani – anche per cercare di dare una prospettiva di pace, pensando a ciò che sta accadendo alla popolazione di Gaza ma anche al destino degli ostaggi israeliani in mano ai terroristi». L’economia che si intreccia alla geopolitica, il commercio inscindibile dall’attualità – come del resto è inevitabile in tempi di incognite, di tensioni e di muri innalzati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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