Addio di Bankitalia: «Non si tiene conto del valore del territorio»

Massetti (Confartigianato): «Non possiamo essere esclusi». Schittone (Confindustria): «Espriamo forte e convinto disappunto»
La sede di Bankitalia in corso Martiri © www.giornaledibrescia.it
La sede di Bankitalia in corso Martiri © www.giornaledibrescia.it
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Alla decisione presa da Bankitalia sulla chiusura della filiale di Brescia va comunque attribuito un merito: l’aver messo d’accordo gli attori del comparto produttivo locale con i rappresentanti istituzionali. Lo stupore per questa scelta «inadeguata» è unanime. Le critiche verso «una risoluzione avventata» sono condivise da imprenditori e politici.

«Da un lato – ammette il presidente della Camera di Commercio Roberto Saccone – non nascondiamo di aver appreso la notizia solo ieri sera (martedì, ndr), a cose fatte, senza che vi fosse in precedenza un opportuno incontro istituzionale. Dall’altro lato – prosegue – ci risultano ancora poco chiari i criteri che abbiano indotto la Banca d’Italia a una scelta del genere, trascurando evidentemente il valore oggettivo della nostra provincia dal punto di vista economico e finanziario». Saccone, che da quando è alla guida dell’ente camerale ha promosso in più occasioni e attraverso diverse iniziative il «fare sistema», non si fa scappare l’opportunità per rilanciare un invito a tutti i protagonisti del tessuto manifatturiero bresciano: «Già in altre situazioni, come quando l’Europa ha declassato l’aeroporto di Montichiari a "scalo non strategico", abbiamo avuto la dimostrazione che spesso non venga fatta una valutazione lucida del nostro territorio: ciò deve stimolarci a trovare un modo per comunicare al meglio il nostro potenziale e il nostro reale valore. E dobbiamo farlo tutti insieme».

Anche il direttore generale di Confindustria, Filippo Schittone non cela il suo «forte e convinto disappunto» per la decisione presa da Palazzo Koch. «Ci faremo carico di stigmatizzare questa scelta nelle sedi opportune», garantisce Schittone, lamentando la scarsa obiettività utilizzata da Bankitalia nel suo piano di riorganizzazione della rete territoriale. «Com’è possibile che venga declassato un territorio come Brescia che da sempre è un punto di riferimento, dal punto di vista economico e finanziario, della Lombardia orientale e dell’intero paese? Com’è possibile che non si sia tenuto conto della nostra posizione ai vertici del ranking europeo per propensione all’export, per densità demografica, per valore aggiunto per alta intensità manifatturiera?».

Gli artigiani

«La chiusura della filiale di Banca d’Italia a Brescia pone degli interrogativi sull’attenzione che c’è per il nostro mondo delle imprese. Comprendiamo l’esigenza di razionalizzare, ma di fatto viene a mancare una presenza istituzionale fondamentale proprio in un territorio come il nostro, prima provincia manifatturiera in Europa insieme a Bergamo».

Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «In un territorio che da sempre è al centro dello sviluppo economico e produttivo del Paese come il nostro lascia basiti la notizia che la filiale storica della Banca d’Italia. Se la riduzione delle filiali da 38 a 36 non trova logica neppure dal punto di vista organizzativa, a meno che sia solo l’inizio per un vero e proprio taglio oggi malcelato, a maggior ragione escludere una città come Brescia è incomprensibile. In un contesto economico delicato come quello attuale, la presenza di Banca d’Italia non è solo una questione simbolica, ma è fondamentale per garantire vigilanza, supporto alle imprese e servizi ai cittadini. Brescia non può essere esclusa».

Nel pomeriggio è giunta anche la dichiarazione congiunta del presidente di Associazione Artigiani, Mauro Marenda e di Artfidi Lombardia, Enrico Mattinzoli. «Vi è l’auspicio che questa decisione possa essere rivista – confida Marenda –, non tanto e solo per il peso economico della nostra provincia, ma anche per un rispetto istituzionale che la Banca Centrale si ritenga debba garantire alle importanti relazioni che negli anni si sono consolidate». Per Mattinzoli, inoltre «non possiamo che essere rammaricati per la possibile chiusura di una collaborazione costantemente proficua. Dispiace perdere un importante partner territoriale con il quale abbiamo condiviso numerosi passaggi della recente storia di Artfidi Lombardia, intermediario finanziario dal 2009». 

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