Economia

A2A, investimenti in crescita del 37% ma l’utile frena (-13%)

Il risultato dei primi tre mesi del 2025 condizionato da un ritorno alla normalità della produzione idroelettrica
Il termoutilizzatore di A2A a Brescia © www.giornaledibrescia.it
Il termoutilizzatore di A2A a Brescia © www.giornaledibrescia.it
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«Abbiamo aumentato i nostri investimenti del 37% rispetto al primo trimestre 2024». È il primo dato che Renato Mazzoncini mette in evidenza, presentando i risultati del primo trimestre di A2A. Gli investimenti sono stati indirizzati «al potenziamento ed efficientamento delle reti, allo sviluppo delle rinnovabili, nella flessibilità degli impianti di generazione e nel recupero di materia ed energia», ha spiegato l’ad della multiutility.

«L’esperienza della Spagna, che stiamo ancora studiando e su cui francamente non abbiamo ancora abbastanza elementi per un piano definitivo - ha poi aggiunto in conference call con i giornalisti -, ci dice che gli investimenti sulle reti sono fondamentali in questo momento per garantire il processo di transizione energetica. Questi investimenti - ha ribadito Mazzoncini - riguardano sia la trasmissione che la distribuzione, perché sembra essere abbastanza certo che se non hai il completo controllo di tutti gli impianti di produzione elettrica rischi di perdere il controllo della situazione generale».

Secondo il manager di A2A siamo in un momento storico «in cui lo sviluppo delle rinnovabili, molto veloce, deve accompagnarsi a uno sviluppo altrettanto veloce delle reti. Ed è la ragione per cui io personalmente credo che se fossimo rimasti ancorati al decreto Bersani, avrebbe bloccato gli investimenti fino al 2030, mentre non siamo in una situazione in cui possiamo attendere al 2030 per fare il piano degli investimenti».

Il punto

A2A chiude il primo trimestre con ricavi che sfiorano i quattro miliardi e conferma le prospettive di crescita per il 2025. La multiutility registra tra gennaio e marzo un utile netto di 257 milioni, in calo del 13% rispetto ai 294 milioni del primo trimestre del 2024.

Una flessione, puntualizza una nota del gruppo controllato dai Comuni di Brescia e Milano, che riflette in gran parte il ritorno alla normalità della produzione idroelettrica. I ricavi, in effetti, crescono attestandosi a 3,96 miliardi, in aumento del 16% rispetto ai primi tre mesi del 2024, spinti dall’ingresso di Duereti nel perimetro e dal rialzo dei prezzi delle materie prime energetiche. Più contenuto il margine operativo lordo, che si ferma a 675 milioni (-4%) a seguito del ritorno della produzione idroelettrica su livelli storici. Ritmo sostenuto per gli investimenti, che segnano appunto un aumento del 37% e raggiungono quota 335 milioni. Migliora peraltro la posizione finanziaria netta, che scende a 5,62 miliardi.

Il gruppo conferma la «guidance» per l’intero anno, con ebitda tra 2,17 e 2,2 miliardi e utile netto (escluse le poste straordinarie) compreso tra 0,68 e 0,7 miliardi. Il debito sostenibile sul totale del debito lordo di gruppo raggiunge l’82%, (dal 75% del 31 marzo 2024), spinto dal successo del collocamento dell’European green bond da 500 milioni di euro a 10 anni di gennaio. «I risultati di questo trimestre confermano la solidità industriale e degli indicatori economico-finanziari del gruppo», ha tagliato corto Renato Mazzoncini. «Il trimestre - non ha nascosto - è partito con tensioni geopolitiche inaspettate. Non ci siamo annoiati, diciamo così, ma anche per questa ragione siamo contenti dei risultati raggiunti».

In arrivo per il gruppo il closing con Ascopiave per la cessione di un compendio di asset di circa 490.000 pdr di distribuzione gas in Lombardia. «Il closing con Ascopiave è previsto entro luglio e per il momento non abbiamo previsto altro», ha ammesso Mazzoncini ricordando che le aree coinvolte dalla cessione riguardano gli ambiti territoriali ottimali (Atem) di Brescia, Bergamo, Cremona, Lodi e Pavia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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