Il Cerebotani fa il tris: suo il Da Vinci 4.0 con il sistema che crea acqua dolce dal mare
Ancora loro, sempre loro. È triplete per l’istituto tecnico Cerebotani di Lonato del Garda, che vince per il terzo anno consecutivo il Da Vinci 4.0 con il team «In deep water». Al secondo posto si piazza invece l’istituto tecnico Primo Levi di Lumezzane, terzo il Don Bosco di Brescia.
La giornata finale della quarta edizione della nostra iniziativa, ospitata ieri pomeriggio al Mo.Ca di via Moretto, ha visto trionfare «Artemis 1», il progetto realizzato da una delle tre squadre schierate quest’anno dal Cerebotani, che si assicura così i sei Arduino Science Kit Physics Lab Rev. 2 messi a disposizione da CampuStore, che ha anche donato un buono a ciascuna scuola per acquisti sul proprio sito.
Oro
I ragazzi dell’istituto gardesano, guidati dal professor Giovanni Fusco, hanno ideato e creato un modo innovativo per la produzione di acqua dolce partendo da quella salata. «Lo abbiamo voluto realizzare mettendo insieme due tecniche - spiegano gli studenti -: la distillazione e la condensazione, che abbiamo inserito in due sfere, una dentro l’altra».
Quella esterna, più grande, serve per la distillazione: per velocizzare il processo si diminuisce la pressione al suo interno, così da abbassare il grado di ebollizione. «In quella piccola invece - proseguono i ragazzi -, andremo a immettere aria tramite l’utilizzo di una ventola, per riscaldarla nella parte superiore e raffreddarla in quella inferiore, consentendo così la condensazione».
Argento
Il progetto dei Lumetech, guidati dai professori Maurizio Maritato ed Edoardo Calabrese, si chiama invece «Wa.Mi», che sta per «water mirror». È un sistema di pastorizzazione dell’acqua da installare in siti non raggiunti da acquedotti e/o da corrente elettrica. «Il progetto - spiegano gli studenti del Primo Levi, che vince 15 tablet Mediacom SmartPad iYo 10 4G forniti da Giustacchini Printing -, è stato ideato per mitigare una problematica sanitaria che interessa principalmente i Paesi in via di sviluppo».
Wa.Mi è costituito da un telaio in alluminio alla cui sommità è incernierato uno specchio parabolico a inseguimento solare: la radiazione captata viene riflessa su un collettore cilindrico contenente H2O, portata a una temperatura utile per la pastorizzazione (56-72°C): a questo punto una termovalvola fa defluire l’acqua che, per uno scambiatore di calore, raggiunge un recipiente di raccolta.
Bronzo
Terzo posto, infine, per la squadra HsOs, ideatrice di «Hydra», una borraccia filtrante smart, che unisce la comodità di trasporto dell’acqua alla funzionalità di un filtro a carboni attivi e integra, inoltre, un misuratore per la classificazione dell’acqua pre e post filtraggio. «Questa borraccia si configura come uno strumento per monitorare la qualità dell’acqua che l’utente può prelevare da fonti diverse - chiariscono gli studenti del Don Bosco -. Inoltre il suo sistema IoT consente di disporre di dati che forniscono mappe della qualità dell’acqua nelle varie zone di prelievo». Agli studenti del Don Bosco vanno quattro Arduino Explore IoT Kit, anche questi forniti da CampuStore.
Oltre ai premi per i primi tre classificati, sono state conferite due menzioni speciali: una per la comunicazione al team Deeply dell’Accademia Symposium di Rodengo Saiano, e l’altra, da parte di Edison, alla squadra dei Tecno Élite 3.0 del Cerebotani di Lonato.
Dichiarazioni
«È stato difficilissimo scegliere - assicura Nunzia Vallini, direttore del Giornale di Brescia e di Teletutto, tra i membri della giuria -. Il nostro Da Vinci è cresciuto in quantità ma anche in qualità, anno dopo anno». «Questi non sono progettini - le fa eco Massimo Temporelli, presidente di The FabLab, affiancato dal Ceo Giulia De Martini -, sono progetti degni della Nasa». E guardando al percorso fatto fin qui aggiunge: «Siamo partiti nel 2017 e siamo andati avanti anche durante il Covid. Dovremmo andare al Ministero dell’Istruzione a far vedere cosa siamo stati. cosa sono stati in grado di fare. Che sia da monito alla nostra generazione, questi ragazzi possono davvero cambiare il mondo!».
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