Da Vinci 4.0

Il cuore manifatturiero bresciano pulsa con gli studenti del Primo Levi

L’istituto di Lumezzane si presenta all’hackathon con 14 ragazzi, alcuni già presenti l’anno scorso
I ragazzi del Primo Levi di Lumezzane - © www.giornaledibrescia.it
I ragazzi del Primo Levi di Lumezzane - © www.giornaledibrescia.it
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Sono stati i vincitori della prima edizione del Da Vinci 4.0, mentre lo scorso anno si sono aggiudicati il terzo posto del podio. Il progetto «Sesamo», che sta per Sezionatore Ecologico per lo Smaltimento AutoMotorizzato, era valso agli studenti dell’istituto tecnico Primo Levi di Lumezzane la medaglia di bronzo all’hackathon 2022: un successo che non solo sono pronti a difendere, ma anche a superare (il racconto dell’ultima tappa del tour nelle scuole stasera alle 20.15 nello speciale in onda su Teletutto). 

I professori Edoardo Calabrese e Maurizio Maritato quest’anno guideranno il team «Lumetech», composto da quattordici ragazzi, alcuni dei quali già rodati con la competizione del Da Vinci. «È stata una bella esperienza - ricorda Giovanni Barbera, riferendosi al progetto realizzato nella scorsa edizione -. Avevamo ideato un cestino automatizzato che, tramite dei sensori, rilevava il materiale di cui erano fatti i rifiuti e apriva lo scomparto corrispondente». «C’è stato molto impegno - aggiunge il suo compagno di classe Alberto Brognoli -. e abbiamo ottenuto un buon risultato arrivando terzi. Siamo pronti per partecipare alla nuova sfida».

Sfida che invece è nuova per Davide Bugatti, classe terza. «Penso sia importante mettersi in gioco e mostrare le potenzialità della nostra scuola – commenta lo studente -. Sappiamo tutti che l’acqua è un bene prezioso per la vita e magari trovare un sistema per risparmiare o riutilizzare questo bene è molto importante». Dello stesso avviso anche il coetaneo Pietro Lombardi: «È bello fare innovazione - assicura -, perché al giorno d’oggi tutto è basato sulle nuove tecnologie e sono queste che possono risolvere anche i problemi legati all’acqua e ai cambiamenti climatici».

Stupire

È dunque pronto a farsi stupire Massimo Temporelli, fondatore di The FabLab. «Questa è una scuola molto ricettiva -assicura -: siamo in una valle che è votata alla manifattura da secoli, e qui si respira fin da subito l’entusiasmo dei ragazzi e dei loro insegnanti, che hanno sposato il nostro approccio educativo con passione e hanno voglia di vincere». Chiamato in causa, Maurizio Maritato, professore di macchine utensili e di laboratorio di sistemi di automazione industriale, replica: «Questo progetto è altamente formativo per i nostri ragazzi, perché dà loro la possibilità di acquisire nuove conoscenze e competenze, ma allo stesso tempo di mettersi in gioco per creare qualcosa di realmente utile».

«Io partirei da Iot, sensori e intelligenza artificiale - si sbilancia Temporelli -. I sensori, posizionati in punti strategici, raccolgono dati e l’intelligenza artificiale li elabora e ci dà soluzioni. Che poi alla fine è simulare ciò che fa il corpo umano o qualsiasi altro organismo vivente. Ecco, sarebbe questa la mia scelta, se toccasse a me partecipare all’hackathon di quest’anno». Chi ha orecchie per intendere, intenda.

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