Da Vinci 4.0

Con le ambizioni del liceo Carli si apre la fase di progettazione di Da Vinci 4.0

Francesca Roman
Ultima lezione in classe di Massimo Temporelli nella scuola di via Stretta: ora testa sull’hackathon
GDB Da Vinci 4.0 - Liceo Guido Carli di Brescia
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Un luogo con le ambizioni del passato, ma che guarda al futuro. L’undicesima e ultima scuola che quest’anno partecipa al Da Vinci 4.0 è il liceo Guido Carli di Brescia, che torna in sfida per la quarta volta, con una menzione speciale ottenuta nel 2022 nel suo palmarès.

«È una scuola che mira all’eccellenza - sottolinea Massimo Temporelli, divulgatore scientifico e fondatore di The FabLab -. Nella terza edizione alcune studentesse avevano costruito un pupazzo sensorizzato che ci aveva colpito molto. Quest’anno mi sembrano tutti belli carichi, vedremo se riusciranno ad arrivare sul podio». L’incontro di Temporelli con gli studenti del Carli si potrà rivivere nell’ultimo speciale di Teletutto dedicato al nostro progetto, che andrà in onda stasera alle 20.05 sul canale 16 (tutte le puntate si possono rivedere sul sito www.teletutto.it nella sezione TTplay o sul sito del GdB cercando Da Vinci 4.0).

Orgoglio

I complimenti del fisico colpiscono al cuore e inorgogliscono l’istituto di via Stretta. «Il progetto Da Vinci ormai è diventato un appuntamento per noi fondamentale - commenta il dirigente scolastico Andrea Bernesco Làvore -. Quest’anno partecipano studenti molto giovani, che si affacciano così alla conoscenza un pochino più approfondita di quelle tecnologie che li accompagneranno nel futuro».

«Torniamo in gara con due team - annuncia Nicole Sarno, professoressa di Scienze - e abbiamo scelto di fare delle squadre miste, perché pensiamo che l’esperienza degli scorsi anni possa essere un bagaglio: quindi abbiamo inserito dei vecchi partecipanti insieme a delle nuove reclute. Sono due squadre di circa sette componenti ciascuna: quasi tutti vengono dal percorso di Scienze Applicate qualcuno dallo Scientifico quadriennale, quindi abbiamo delle attitudini molto diverse, che insieme possono collaborare per buoni progetti».

Gli studenti

Riprogettare gli spazi pubblici in un’ottica di sostenibilità è il tema scelto quest’anno per l’hackathon, e anche su questo il liceo Carli non si è fatto trovare impreparato: «È qualche anno che abbiamo introdotto il concetto di sostenibilità nei contesti comuni - assicura la professoressa Sarno -, e quindi i ragazzi hanno già avuto modo di riflettere sullo spazio pubblico e sul miglioramento della città stessa. Quest’anno lo rivediamo in chiave tecnologica».

Tra coloro che hanno già partecipato al Da Vinci lo scorso anno c’è Alessandro Franceschini, della terza C Scienze applicate: «Speriamo di aver imparato dai nostri errori - commenta - e di fare meglio». La sua esperienza sicuramente sarà preziosa per i suoi compagni neofiti. Come Ludovico Trainini, della seconda C, che ha deciso di partecipare al Da Vinci perché adora progettare e crede che sarà un’esperienza importante per il suo futuro. Così la pensa anche Francesco Gardani, classe prima C: «Secondo me è una bella esperienza per la mia crescita personale e per acquisire nuove competenze».

Non vede l’ora di mettersi alla prova, infine, Mattia Arici di seconda C: «Mi interessava molto fare questo progetto, perché mi affascina il mondo della tecnologia e mi piace sempre imparare a fare cose nuove».

Le aziende partner

Oggi ci stiamo interrogando sull’intelligenza artificiale con la stessa accanita curiosità dei primi anni del Duemila, quando sono arrivati Internet e gli smartphone.

Chi ha più di trent’anni ricorderà l’arrivo di queste tecnologie e, più o meno come Massimo Temporelli, avrà dedicato molto tempo alla scoperta, a tratti incredula, delle app della bolla, della bussola, del pianoforte o del libro che si poteva sfogliare. «Adesso per fortuna non passo più i pomeriggi a guardare lo strumento - assicura il divulgatore scientifico -, ma lo uso e basta. La stessa cosa avverrà con l’intelligenza artificiale». «Oggi purtroppo - prosegue Temporelli - ci facciamo troppe paranoie. Utilizziamo queste tecnologie! Il che non significa subirle ciecamente, senza ragionarci o senza criticarle, ma sperimentarle, portarle nelle scuole, come facciamo noi con il progetto Da Vinci 4.0».

Servono infatti degli umani consapevoli e colti. Servono nel mondo reale, quello del lavoro, come ci trasmettono le aziende partner del nostro progetto. «Crediamo - commenta Sebastian Lopez, direttore ufficio tecnico di Alfa Acciai - che il confronto con i giovani, con i nuovi talenti e con l’evoluzione dell’industria in tutti gli ambiti sia importantissimo per aziende che operano in un’industria tradizionale come la nostra dell’acciaio».

A supportare il Da Vinci fin dalla sua prima edizione c’è anche Banca Valsabbina. «Siamo una realtà marcatamente territoriale - rimarca Ruggero Valli, dell’ufficio stampa dell’istituto di credito bresciano -, quindi non possiamo far mancare il nostro supporto a iniziative che valorizzano la creatività dei giovani e che premiano poi la loro intraprendenza».

Ma come si possono coniugare le attività di una banca con le nuove tecnologie? «In una parola: il fintech - risponde Valli -. Siamo un istituto tradizionale che però abbina appunto al proprio business storico anche le nuove tecnologie applicate alla finanza. Molto spesso ci capita di avere a che fare con giovani interessati all’argomento». E conclude: «Per noi è fondamentale valorizzare le nuove risorse che stiamo inserendo in azienda, attraverso una formazione costante, che ci consente di essere al passo con la quarta rivoluzione industriale».

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