Massimo Recalcati: «Il vero atto impuro è non amare»

Cosa è un miracolo? Per lo psicoanalista Massimo Recalcati, è «la manifestazione di una forza che ha un effetto di moltiplicazione». Ospite venerdì sera del festival Filosofi lungo l’Oglio, nella cascina Le Vittorie di Villachiara sede della fondazione organizzatrice, Recalcati si è dichiarato lui stesso testimone di un «miracolo»: la moltiplicazione degli incontri, dei paesi ospitanti, degli spettatori itineranti (venerdì riempivano la vastissima corte) generata dalla manifestazione ideata e diretta da Francesca Nodari, che festeggia quest’anno il ventennale. Nessun miracolo avviene senza la spinta del desiderio. La Legge del desiderio, scrive Recalcati, «moltiplica generativamente l’esistenza, la rende capace di essere più libera e feconda». E l’altra sera, il relatore ha proposto la sua interpretazione «laica» della figura di Gesù come «uomo di desiderio», sulla quale ha riflettuto nel libro «La Legge del desiderio. Radici bibliche della psicanalisi», edito da Einaudi.
Cristo per Recalcati
Ingiuriato dai nemici – «scribi, dottori della Legge, sacerdoti del tempio, che preservano il loro potere grazie alla paura degli esseri umani nei confronti della vita e della morte» –, Cristo è venuto a «risignificare il rapporto tra la Legge e la vita». Lo ha fatto, secondo Recalcati, insegnando che «non ci si salva cercando di adeguare la vita alla Legge: se pensiamo che la salvezza sia nella vittoria della virtù siamo spacciati, perché tutti siamo peccatori». Gesù insegna invece «la via dell’amore per la vita: si salvano coloro che hanno saputo spendersi nell’amore». Il suo magistero chiama a percorrere questa via senza paura. Recalcati cita l’episodio dei Vangeli in cui Gesù, camminando sulle acque, si avvicina alla barca dei discepoli agitata dalle onde e invita Pietro a raggiungerlo, «a perdere la sua posizione di sicurezza esponendosi alla forza anarchica delle acque». «Talità kum!», «Vieni fuori!» gli dice. «È la parola chiave, l’esortazione a portare la vita dal chiuso all’aperto, accettando il rischio, il pericolo, l’instabilità».

Vita viva
«Zoé» è il termine che, nel Vangelo di Giovanni, si riferisce a questo modo di vivere: «Indica la vita capace di rendersi viva, di accendersi, di aprirsi: vita eterna che accade adesso». Un’esistenza generativa: «Solo chi ha saputo amare ha reso la sua vita capace di produrre frutti. Il vero atto impuro è il non amare. Nella lingua ebraica, la parola "peccato" significa "mancare l’obiettivo", come una freccia che non colpisce il suo bersaglio. Compie peccato chiunque evada dalla Legge del suo desiderio, venendo meno alla propria potenza generativa». Nella casa del fariseo, una «peccatrice» si avvicina a Gesù: «Cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l’olio». Di fronte alla disapprovazione del fariseo, Gesù replica: «Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Miracolo
Commenta Recalcati: «Mentre i giusti si pongono come puri e fedeli esecutori della Legge senza però sapere cos’è l’amore, solo coloro che sanno spendersi senza limite nell’amore possono ottenere una purezza che oltrepassa la conformità formale alla Legge». Si torna così al miracolo, e alla forza del desiderio capace di realizzarlo. Alle nozze di Cana, Gesù tramuta in vino l’acqua utilizzata dagli ospiti per lavarsi le mani. «Lo fa perché la festa possa continuare: abbiamo diritto di vivere con gioia fino al termine dei nostri giorni». Ma c’è anche un altro insegnamento: «Il miracolo è sempre compiuto con quello che c’è a disposizione. In questo modo, Gesù rivela che l’acqua putrida ha sempre la possibilità di diventare vino sublime».
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