Cultura

Un ex capo ultras, il marcio dello sport

AA

Nella Milano da bere c'era anche un personaggio che partendo dal degrado e la criminalità di Quarto Oggiaro seppe arrivare sull'uscio dei salotti metropolitani. Il suo mondo era fatto di stadio, scommesse, violenza, droga. E amicizie, che nascono condividendo una mentalità. Quella ultras. Che non prevede tutti e quattro i punti di cui sopra, ma che a volte degenera e altre volte invece crea solidarietà e legami indissolubili.

Come quello tra Nino Ceccarelli, capo ultrà interista, il teppista protagonista del libro, e Giorgio Specchia, l'autore che a distanza di anni, dopo aver fondato con l'amico un gruppo di tifosi organizzati (i Viking), è diventato giornalista nel maggior quotidiano sportivo nazionale.

Oggi che Nino ha dodici foglie d'edera tatuate sul braccio sinistro, una per ogni anno di galera, e che Giorgio è passato dalla curva alla tribuna stampa (più atletica che calcio però...) è arrivato il momento di raccontare «cosa sono davvero gli ultras, né santi né demoni» e trent'anni nella Milano più buia. Da spiegare, «perché nel fango ci sono finiti gli ultras come i politici e i giornalisti, ma - sostiene Ceccarelli - la morale la fanno solo a noi». Milano, metà anni '80. Nascono i Viking. Che si scontrano per la supremazia della curva, che collaudano i propri corpi giovani contro quelli di altri ragazzi spinti da altre fedi calcistiche.

C'è la spedizione ad Ascoli, che finisce con l'accoltellamento mortale di un tifoso marchigiano. Ma quella volta Ceccarelli non c'entrava nulla, anche se paga per altri. Quella volta perché poi ne ha combinate. Avvicinandosi a giocatori e tennisti corrotti, scommettendo per permettersi la droga. Un romanzo pulp. Quello di un capo ultrà che si ritrova anche con la pancia aperta, vede la morte in faccia, scappa dall'Italia, sa di aver fatto tanti errori, ma non si ravvede. Il suo personaggio, fin da quando ragazzino picchia il gradasso della scuola che aveva mancato di rispetto a una compagna, non si autodefinisce, ma si sistema nell'emisfero umano. «Non sono vittima del sistema, non sono eroe, non cerco approvazione, ma posso guardarmi allo specchio senza provare vergogna».
Cristiano Tognoli

Il teppista
Giorgio Specchia
Indiscreto, 151 pagine, 12 euro

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato