Sanremo 2022, Blanco: «Il mio favorito? Gianni Morandi»

«Il mio favorito è Morandi». Sulla soglia della settimana più rutilante della sua vita fin qui, il quasi diciannovenne cantautore bresciano Blanco, al secolo Riccardo Fabbriconi, fa le carte al primo Sanremo a cui partecipa. Lo farà in coppia con Mahmood, presentando il brano «Brividi». Ma è un debuttante di platino. Dal 2020 il suo rapcore schizza invariabilmente in vetta alle classifiche. Da quelle del web alle chart della Fimi (28 dischi di platino, sette d’oro, un miliardo di streaming totali, è il secondo artista italiano più ascoltato su Spotify nel 2021).
Non si vede vincitore, dicevamo, forse per scaramanzia. I bookmakers, ovviamente, la pensano diversamente. Potere delle proiezioni sul televoto, di cui è un potenziale «mammut». Al suo fianco, poi, c’è Mahmood. Che ha già nel nome l’indicazione della «stazza» che possiede in fatto di preferenze da casa, destinate a diventare un fattore determinante da metà Festival in avanti. Quando, d’altro canto, gli equilibri iniziano a definirsi davvero.
Blanco, lei ha mai seguito il Festival di Sanremo? Che obiettivi si pone per questo esordio, e che opportunità rappresenta per lei? L’anno scorso guardavo il Festival dal mio divano, e mi sembra incredibile il fatto di salire sullo stesso palco quest’anno. È emozionante. Percepisco l’ansia, ma anche l’adrenalina di fare qualcosa di nuovo. Per me rappresenta un momento di condivisione importante e spero di imparare dai grandi protagonisti della musica italiana.
Come nasce la collaborazione con Mahmood e quale è la genesi di «Brividi»? Quest’estate Mahmood era in studio con Michelangelo (il produttore che segue Blanco, che ha messo mano anche a «Brividi», di cui è anche co-autore, ndr). Ci siamo incontrati per caso. Partendo da un accordo di pianoforte sbagliato abbiamo provato a unire i nostri due mondi ed è nato, come prima cosa, il ritornello. Le strofe, invece, le abbiamo scritte separatamente, per lasciarci la libertà di esprimere il nostro punto di vista.
Lei è di Calvagese della Riviera. Nell’altra Riviera, quella di Ponente, cosa porta del suo Garda e della sua Brescia? Per me la zona del Benaco è tutta magica. La amo, ci sono cresciuto. Porto dentro le estati passate a Desenzano, o al Copelia di Padenghe. E le serate in piazza Arnaldo, a Brescia. Penso davvero che, anche per un turista, visitarla sia un’emozione.
Ha iniziato con il rap. Poi ha cominciato a flirtare con belle melodie, e ha sviluppato doti vocali che vanno oltre il «flow» del rap. Adesso che musica ascolta? E in che direzione vorrebbe andasse la sua creatività nei prossimi anni? Ho sempre ascoltato i grandi cantautori del passato: Gino Paoli (nella serata cover, con Mahmood, proporrà «Il cielo in una stanza», ndr), Celentano, Modugno. Non sono particolarmente legato alle etichette. Faccio fatica ad identificarmi in un genere preciso e lo stesso vale per quello che farò in futuro. Non lo programmo».
Chi sono i favoriti per questa edizione del Festival? Per me il favorito è Gianni Morandi. Quando ci siamo trovati tutti per le prove c’era molta ansia. Lui è passato a salutare gli artisti uno ad uno, infondendo una positività incredibile.
Come pensa di vivere questi giorni sanremesi? Cercherà di rilassarsi tra i mille impegni, o ha voglia di vivere tutto «a mille all’ora»? Voglio divertirmi il più possibile. Vado lì per fare musica e mi concentrerò su quello.
Ha giocato nelle giovanili di FeralpiSalò e Vighenzi. Calcio e musica spesso vanno di pari passo (cantautori che scrivono e cantano di pallone, o che vivono in prima fila le rispettive «fedi», come Cremonini, De Gregori e Ligabue). Che rapporto ha, oggi, col football? Giocavo da ragazzo, era uno sfogo. Lo faccio anche oggi, ogni tanto, con i miei amici. E sono un grande tifoso della Roma.
Se dovesse dedicare a qualcuno il successo che ha ottenuto fin qui, a chi lo dedicherebbe? A tutte le persone che mi hanno aiutato a realizzare il mio sogno e a me stesso: non ho mai smesso di crederci.
Talento, originalità o lavoro sodo: cosa è più importante per realizzare i propri sogni? La mia ricetta è: lavoro sodo, persone giuste che ti circondano, determinazione e, soprattutto, fortuna.
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