Coma_Cose in Valentino: romanticismo e teatralità a Sanremo

Che Valentino fosse la maison scelta per vestire i Coma_Cose per questo Festival lo si era intuito dai primi post su Instagram dopo la notizia della partecipazione. Per annunciare il pezzo, «Cuoricini», la coppia aveva pubblicato uno shooting in cui i due si presentavano con look romantici con un pelo di extravaganza. Non solo nei tatuaggi visibili sotto il pizzo velato delle calze di California, ma anche nei ricami del completo di Fausto, rigoroso rever a punta e pantalone stropicciato quel tanto che basta.
Primo sguardo sui look
La sfilata sul tappeto verde di lunedì sera l’ha confermato: la maison diretta da Alessandro Michele (che ha debuttato recentemente in Valentino dopo l’addio a Gucci) è il brand scelto per questo Festival. Coperti dai cappotti, hanno dato un assaggio dell’estetica che vedremo sul palco. «Il green carpet è un momento complicato in cui ci si gioca tutto. Soprattutto perché non si può fare ammalare queste povere creature che dovranno cantare per cinque giorni».
A parlare è lo stylist Pablo Patanè, italoargentino classe 1988, che ha curato i look dei Coma_Cosa per Sanremo insieme a Tiny Idols, altra stylist piuttosto conosciuta nel panorama musicale. «Sul tappeto verde lo styling è difficile: bisogna considerare la praticità, coprendo i cantanti per evitare che prendano troppo freddo, ma è pur sempre il primo momento in cui si rivela l’estetica. Un momento cruciale e difficilissimo per noi: dura un minuto, ma nel dietro le quinte c’è una quantità lavoro che non ci si immagina. Bisogna trovare il look giusto: non deve spaventare la casa discografica — che teme il malanno — ma nemmeno deludere la maison e gli stessi artisti. Lo stylist, quindi, è un direttore d’orchestra: gestisce strumenti, voci e rumori, componendo una melodia e facendo sì che tutto funzioni».

Cosa fa uno stylist
Da questa frase si capisce un po’ qual è il ruolo dello stylist, da non confondere con lo stilista. Non è infatti colui o colei che disegna e confeziona gli abiti, ma la persona che studia il look completo degli artisti. Non solo gli outfit, ma anche make-up, unghie, capelli… Nel caso dei Coma_Cose, gli stylist sono due e hanno unito le poetiche: Patanè ci mette il gusto teatrale e da haute couture, mentre Tiny Idols porta lo sguardo sul lato musicale.

«Fondiamo le forze», spiega Patanè. «Sanremo è quel momento dell’anno in cui i due mondi si compenetrano. I Coma_Cose sono impegnativi: visto il successo degli ultimi anni c’è molta attesa. Faremo un bel colpo. A dicembre, e poi con la cover su Billboard, abbiamo palesato che la casa scelta è Valentino: porteremo sul palco il mondo romantico, lussuoso ed estroverso di Alessandro Michele. Non deluderanno: non ci sarà niente di minimalista».
La teatralità di Sanremo
Patané vive tra Berlino, Milano e Parigi. «Ho lavorato molto con star del cinema, per esempio Monica Bellucci e ora Sabrina Impacciatore. Lavoro per Vogue Taiwan e Arabia. Ogni tanto mi interfaccio con il mondo della musica: mi diverte molto. Ho avuto il piacere di seguire Laura Pausini, La Sad lo scorso anno a Sanremo, Blanco… Lui è sempre seguito da Tiny Idols, che quest’anno curerà anche i look di Willie Peyote: lei è davvero una veterana di Sanremo».
Patanè, invece, viene da un altro mondo: ha studiato costumi per il teatro, prima di arrivare all’haute couture. Un passaggio prezioso, se pensiamo a quanta teatralità ci sia nelle esibizioni delle kermesse. «In questi contesti è perfetto», conferma. «L’Ariston è un teatro. Con La Sad mi sono divertito tantissimo: abbiamo usato scotch, casse toraciche in metallo, abiti di Vivienne Westwood… Sanremo si presta bene allo styling teatrale, che è quello che mi scorre le mie vene. Anche i Coma_Cose sono molto teatrali, portano sempre un messaggio, hanno sempre un tocco in più. La performance non è mai fine a se stessa. Il modo in cui cantano, in cui si guardano, la coreografia… C’è sempre qualcosa che ipnotizza il pubblico». Basta ricordare le performance delle scorse edizioni della kermesse: l’anello in cera per «Fiamme negli occhi», ma anche i total look Vivienne Westwood del 2023, quando parteciparono con «L’addio».

Complicità
Vestire un duo, peraltro, è più complicato rispetto a un singolo. «Hai più richieste. L’anno scorso con La Sad, che sono in tre, è stato un incubo!». Con Fausto e California però è diverso. «Loro sono una coppia sposata, sia nella vita che nell’arte. Conoscono le loro fragilità, si compensano, si fanno guidare, sono molto aperti. Un sogno di talent da gestire. Anche caratterialmente sono come li vedi sul palco. Due persone educatissime, aperte a sperimentare, rispettose di chi lavora con loro e della visione degli altri».
Per loro, quindi, Patané e Tiny Idols hanno scelto uno stile «che li eleverà, portandoli in una nuova direzione stilistica», dice. «Senza però stravolgere la loro estetica. Appoggiandoci a una maison di questo calibro si alza anche il tiro. Aspettatevi tanto teatro. La ricchezza che porta questa maison sta nella sartoria, negli accessori, nei colori, nelle forme, nei materiali… Alessandro Michele è un istrione. Ci siamo divertiti».
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