Alfa incanta Montichiari: concerto travolgente per 5mila
Elemento principale di un allestimento in formato «XXL» sul palco, un magnifico arcobaleno ha colorato il PalaGeorge di Montichiari in occasione del primo concerto in provincia di Alfa al secolo Andrea De Filippi. Cristallina la sua voce, capace di regalare infinite sfumature e coinvolgere i 5mila spettatori, scaldati a dovere dall'opening affidato alla pugliese Enè. Un concerto di due ore non-stop che ha suscitato applausi in serie.
Nonostante i suoi 25 anni, ingannano quelli riportati sulla carta d'identità: illustrando le modalità di volo della «Alfa Airlines» (ovvero: niente cinture di sicurezza e caldamente consigliato l'uso del telefono), si muove come un veterano, senza vacillare davanti all'ennesimo «sold-out» del suo gratificante tour europeo. Il tutto mentre il palazzetto decolla in mezzo a una pioggia di coriandoli. Da «Ma so che era innamorato» nasce un duetto infinito con il pubblico. E se qualcuno teme un po' di turbolenza, magari ha la «Testa tra le nuvole» o soffre di «Wonderlust», non c'è problema: la platea si anima e s'illumina «Come il sole».
E il merito è del performer che, serafico, emana buonumore e rassicura: «Non portate bagagli pesanti», dice, «meritate un po' di estraniamento da quello che accade fuori». Poi una menzione speciale a Brescia: «Dovevo suonarvi nel 2020, ma il Covid ha annullato. Felicissimo di aver recuperato oggi qui a Montichiari. Grazie per esserci».
E così conduce tutti in un ambiente intimo, accomodandosi al piano di casa, dove, sotto un cielo di flash (degli smartphone), sussurra con un eco da brividi la dolce «Testa tra le nuvole». Un attimo dopo il carisma è travolgente, irresistibile in «Nei tuoi occhi cosa c'è», «Le cose che abbiamo in comune», «Snap», «Vai», tanto più con una band che sguazza in libertà tra blues e jazz. Sì, Andrea si diverte e diverte.
Ecco sprazzi di rap (come in «Vabbè ciao» e la romantica «Bellissimissima», dedicata alla neo-18enne Clarissa), oltre a rispolverare le doti di buskers: «È da lì che arrivo», ricorda prima di intonare la versione acustica, chitarra e voce, della delicata «Dove sei». E la sorpresa annunciata alla vigilia? Eccola, in scaletta, una volta spentosi il boato per «Filo rosso».
Nella circostanza, all'improvviso Alfa intona «Come un pittore», affiancato dall'interprete originale, Kekko dei Modà. Un modo originale per omaggiare un collega e dare un tocco ulteriormente variopinto al concerto.
L'effetto wow più eclatante, comunque, si palesa con la comparsa ad effetto della banda cittadina di Montichiari, che accompagna il cantautore nell'esecuzione delle ritmate «A me mi piace» e «You make me so happy».
Verso la chiusura, inevitabile un pensiero (con occhi lucidi) alla recente scomparsa del maestro Peppe Vessicchio, sulla scia della toccante «5 minuti», prima di sfoderare il gran finale in crescendo con «Ci sarò», «Sogna ragazzo sogna» (cantata su una panchina sospesa a mezz'aria) e l'immancabile «Cin cin», scritta quando aveva 17 anni. Un saluto bagnato da tanta speranza («Normalizziamo il cadere per difendere le nostre idee»), un augurio che sa di abbraccio, naturalmente colorato.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.






