Cultura

L'infinito pomeriggio di Non è la Rai

Il 9 settembre del 1991 andava in onda la prima puntata del programma di Boncompagni con Ambra, Miriana, Samantha e le altre
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Perché viviamo? Per guardare la tv, tra le altre cose. Ma ci dev’essere qualcosa di più. Eravamo sul punto di scoprirlo, finalmente, assieme a Miriana Trevisan. La risposta alla domanda definitiva, il mistero assoluto svelato in diretta nel primo pomeriggio ai piccoli teledipendenti non più fanciulli, entrati nell’orbita teen.

Perché viviamo, Miriana? Diccelo ora, se lo sai. Perché quando avevi l’occasione per indicarci la via fosti bloccata prima del tempo. Troppo serio quel tuo siparietto: serviva più svago e il giochino (c’era pure il montepremi) venne interrotto togliendo la possibilità al pubblico da casa di indovinare la risposta.

Accadde nella seconda stagione di «Non è la Rai», il programma di Gianni Boncompagni e Irene Ghergo andato in onda dal 9 settembre 1991 al 30 giugno 1995. Venticinque anni, dunque, da ritrovare in quest’epoca in cui c’è un anniversario al giorno (il ventennale di questo, gli ottant’anni di quell’altro) per rassicurare le genti che invecchiano e perché, in fondo, cosa mai ci potrà essere più di quello che è stato? Vale in generale, vale pure per «Non è la Rai», che ciclicamente viene riproposto in onda (ora lo trovate su Mediaset Extra). Ha un paio di pagine Facebook, piuttosto frequentate, in cui si vedono spezzoni del programma, e ha un sito internet.



Non è la Rai. Se lo pronunci tutto di seguito sembra un verbo coniugato al futuro. Eppure è un mondo passatissimo, dove le lolite però non invecchiano mai. O volete forse dirci che Ambra Angiolini in uscita con due film (uno è un dramma di Michele Placido, mica paglia) è la stessa che nel 1992 fece la prima apparizione nel programma, a quindici anni, prendendosi tutta la scena nelle due stagioni successive. L’auricolare in cui Boncompagni diceva di tutto, ma lei impassibile non perdeva il filo; Vasco che da bravo moralista finto ribelle le dedica «Delusa» (Vasco, non eri tu, passati i trenta, a girare con la fidanzata sedicenne Gabri?); Ambra regina dell’alveare che sfila con «Simply the best» in sottofondo. No, non è lei. (A proposito: abbiamo provato a chiederle un’intervista sul tema, ma per via delle pellicole in arrivo, ecco...).



Per Silvio Berlusconi, uno che di televisione se ne intende, l’ambientino di «Non è la Rai» era il paradiso in terra. Lo disse a Boncompagni una volta arrivato nel piazzalone del Centro Safa Palatino, sede degli studi Finivest da cui veniva trasmesso il programma. Tutte quelle ragazze, tutti quei vestiti, tutto quel trucco. A volte, pure troppo. Raccontava Giorgio Dell’Arti su Epoca, nel 1992: girls che a volte arrivavano piene di rossetto, mascara e cose così, Boncompagni che infilava loro la testa sotto l’acqua. Esagerare non va bene.

Erano centotrenta, arrivavano al lavoro alle 11, andavano in onda alle 14.30, finivano alle 16 e provavano fino alle 18, circa, con riunione finale, per vedere cosa andava e cosa no.

Una scritta fuori dagli studi di Non è la Rai: l'autore è un anonimo bresciano
Una scritta fuori dagli studi di Non è la Rai: l'autore è un anonimo bresciano


Le ragazze. Si chiamavano così, prima che arrivassero veline, letterine, meteorine. Cosa facevano? Cantavano e incidevano album, ballavano, giocavano (c’era pure la piscina), facevano sketch, come le imitazioni di Lucia Ocone, leggevano la posta, ruolo affidato a Sabrina Impacciatore, facevano giocare gli spettatori: Perché viviamo?, con Miriana Trevisan; cosa c’è nello zainetto?, con Ambra Angiolini; come si chiama mia nonna? con Mary Patti; a chi tocca la doccia con le caramelle (o l’acqua)? con Francesca Gollini. Ma soprattutto, le ragazze c’erano. Erano in onda. In un contenitore vuoto, come lo definì Boncompagni su Epoca, che restava vuoto anche quando c’erano loro: «In televisione passa solo robaccia: robaccia con ascolti alti e robaccia con ascolti bassi».

Quelli di «Non è la Rai» erano alti, soprattutto dalla seconda edizione, quando l’ora di inizio del programma passò dalle 12 alle 14.30 e tutto il cast fece i bagagli, trasferendosi da Canale 5 a Italia 1. T’appartengo, cantava Ambra. Please don’t go, cantavano tutte. E ballavano. Ed era sempre pomeriggio. Vuoto, ma pur sempre pomeriggio. 

 

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