«In Palestina si combatte una battaglia di verità»

Nicola Rocchi
La filosofa Roberta De Monticelli all’Università di Brescia con il suo libro «Umanità violata»
Roberta De Monticelli a Librixia
Roberta De Monticelli a Librixia
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In Palestina si combatte «una battaglia di verità» che sta risvegliando l’opinione pubblica mondiale. Anche le barche della Global Sumud Flotilla sono state «il simbolo di uno spirito di ricerca della verità». Animata da questo spirito, Roberta De Monticelli – già docente di Filosofia della persona nelle università di Ginevra e San Raffaele di Milano – ha scritto il libro «Umanità violata. La Palestina e l’inferno della ragione», edito da Laterza. Ne ha parlato ieri a Librixia, la Fiera del libro di Brescia, ospite del rettore dell’Università Statale, Francesco Castelli, nel palazzo Martinengo Palatini di piazza del Mercato.

Verità – puntualizza De Monticelli – sono quelle sancite dal diritto internazionale: il mandato di arresto per Netanyahu emesso dalla Corte penale dell’Aja, la pronuncia della commissione d’inchiesta indipendente dell’Onu che ha accusato Israele di genocidio.

La «neolingua di Trump». Al contrario, la verità è nascosta dalla «neolingua» di Donald Trump e del suo piano per Gaza: «Contiene termini come “zona deradicalizzata”, che significa “sorveglianza permanente”; “comitato apolitico”, cioè esclusione dei palestinesi dalle decisioni sulla loro terra; presenza di un “perimetro di sicurezza”, ossia “resteremo per sempre o finché non decidiamo noi”».

Il futuro di Gaza

Il futuro degli accordi di Abramo tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti, «presenti di fatto anche nel nuovo patto», si può comprendere per De Monticelli guardando il rendering di «Horizon Gaza 2035», il progetto del primo ministro israeliano per trasformare Gaza in un’avveniristica distesa di grattacieli.

«Vediamo una città priva dei suoi abitanti, in cui l’elemento urbanistico maschera il punto essenziale: le riserve di gas che si trovano nel mare di Gaza», oltre all’intento di attuare «la completa distruzione della memoria storica di un popolo».

De Monticelli ha scritto il libro dopo un viaggio in Palestina compiuto all’inizio del 2023, prima del massacro del 7 ottobre e della successiva distruzione di Gaza, da cui sono scaturite ulteriori riflessioni. «Di recente ho fatto un altro viaggio in quelle terre: undici giorni di attraversamento del dolore, della violenza più tremenda, in cui abbiamo visto stringersi il nodo della pulizia etnica». In Cisgiordania, «non menzionata dall’accordo di pace, si contano circa mille palestinesi uccisi, 40mila espulsi dai campi profughi, trenta comunità beduine sradicate, diecimila persone in prigione». E lo spezzettamento dei territori rende impossibile realizzare l’obiettivo di uno Stato palestinese.

La Palestina, nella riflessione di De Monticelli, diventa allora un «nodo tragico del pensiero»: costringe a ragionare sul «paradosso della legge rovesciata nella pura violenza di Stato. Il diritto, la legge scritta, esiste per porre un freno alla forza da cui è sostenuta. Ma se il polo ideale si spegne, il diritto si appiattisce sulla forza. Ritornano così la guerra e la violenza».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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