Brescia per la pace premia le famiglie israeliane e palestinesi in lutto

Maayan Inon e Sima Mohammed Awad hanno ritirato il riconoscimento in Loggia: è stato assegnato nell’ambito del Festival della pace che inizierà il 7 novembre
Maayan Inon e Sima Mohammed Awad hanno ritirato il premio Brescia per la pace - Foto Comune di Brescia / Christian Penocchio
Maayan Inon e Sima Mohammed Awad hanno ritirato il premio Brescia per la pace - Foto Comune di Brescia / Christian Penocchio
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«La pace non è una cosa che semplicemente accade. La pace è una scelta quotidiana e deve superare la paura e il desiderio di vendetta». Maayan Inon, israeliana, ha perso i genitori nel massacro del 7 ottobre 2023 ad opera di Hamas. E in questi giorni è a Brescia, a palazzo Loggia, per ritirare il premio «Brescia per la pace» assieme a Sima Mohammed Awad, palestinese di Beit Ummar, a nord di Hebron.

Ritirano il riconoscimento, assegnato nell’ambito del Festival della Pace, che comincerà il 7 novembre, a nome dell’associazione Parents Circle - Families Forum alla quale è stato conferito. Quest’anno il premio raddoppia perché durante il Festival un secondo riconoscimento sarà consegnato a Olga Karatch, dissidente bielorussa che sta difendendo i diritti umani e l’obiezione di coscienza nei confronti della chiamata alle armi.

Dal lutto al dialogo

La premiazione
La premiazione

«Per il vostro impegno unico e coraggioso e di tutti i membri dell’organizzazione nel trasformare il vostro dolore in una forza di riconciliazione, dialogo e pace», è la motivazione del Coordinamento provinciale degli Enti locali per la pace e la cooperazione internazionale nell’assegnare il primo premio a Parents Circle: l’organizzazione riunisce ottocento famiglie in lutto, israeliane e palestinesi, che hanno perso i propri cari a causa del conflitto arabo-isreliano: hanno scelto il dialogo e la pace anche di fronte a dolori che li hanno devastati per testimoniare, in un momento così buio, con il conflitto a Gaza, che la riconciliazione è possibile.

Anche Sima ha perso drammaticamente un suo familiare, il fratello Mahmoud, quando aveva tre anni. Nel gennaio 2008, subito dopo la preghiera del venerdì, è rimasto ferito e portato in ospedale, morendo in seguito per le ferite riportate.

Il Festival della pace

«Il Festival è un appuntamento molto importante e sentito per la nostra città – sottolinea la sindaca di Brescia, Laura Castelletti –. Le migliaia di persone scese in piazza per la pace a Gaza dimostrano la sensibilità della nostra città per il dialogo. Il riconoscimento assegnato oggi dimostra che attraverso il dialogo abbiamo la possibilità di colmare il vuoto lasciato dalla diplomazia».

«Il messaggio profondo con il quale vogliamo consegnare questo premio è trasformare il dolore non in odio o vendetta ma in riconciliazione – aggiunge Agostino Zanotti per il Coordinamento –. Un riconoscimento che vuole sottolineare anche la preoccupazione per il momento storico che stiamo attraversato. L’unica via possibile per non aggiungere dolore al dolore, distruzione a distruzione è dare spazio al dialogo, alla diplomazia, al senso di appartenenza all’umano».

Roberto Rossini, presidente del Consiglio comunale e del Comitato scientifico del Festival rimarca: «Consegnare questo premio è una risposta a ciò che sta accadendo a Gaza. Maayan e Sima sono un’esperienza concreta che ci dà la misura della speranza». Conclude Rakeb Tosio, del Coordinamento: «Sono giorni in cui dobbiamo riflettere a lungo su ciò che sta accadendo in Palestina. Scenari crudeli che si sperava non si ripetessero più».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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